Primo presidente latino dell'UDC, in carica ormai da cinque mesi, Marco Chiesa non ha paura di attaccare apertamente la politica sanitaria del Consiglio federale e in particolare di Alain Berset. Alcune critiche però sono state rivolte anche a lui. Lo abbiamo intervistato a margine dell'assemblea dei delegati virtuale che sabato ha diretto da Oensingen, nel canton Soletta.
Marco Chiesa, è stato spesso dipinto come un comunicatore affascinante, in grado di unire le anime UDC delle diverse regioni linguistiche. C’è però anche chi dice che a comandare all’interno del partito siano altri esponenti, come Thomas Aeschi o Magdalena Martullo. Come reagisce a queste affermazioni?
In effetti ho letto anch’io queste cose, ma non le ho sentite dalle sezioni cantonali. Il canton Berna per esempio, con il suo presidente che è seduto di fianco a me al Consiglio degli Stati, non sapeva nulla di tutto ciò. Però, al di là di questo, tutte le voci critiche devono essere prese in considerazione. Io ho la fortuna che nella direzione del partito ci siano due persone, quelle che ha citato lei, estremamente competenti, con delle convinzioni a volte anche granitiche, d’accordo, che non sono però le due uniche voci importanti. Tutti i nove componenti della direzione ristretta del partito secondo me hanno lo stesso valore, ed è in questo senso che la nostra ticinesità gioca anche un ruolo, perché riusciamo a fare un po’ anche da costruttori di ponti fra queste diverse sensibilità. E sotto questo punto di vista le assicuro che il lavoro non manca, ma si sta svolgendo nel migliore dei modi.
Il vostro partito ha avuto uno scambio con Alain Berset dopo che ne ha duramente criticato la gestione della pandemia. È stato uno scambio costruttivo?
Sicuramente. Abbiamo due idee diverse. Entrambi condividiamo un obiettivo comune, quello della protezione della salute della gente. Poi però ci sono degli altri elementi che non hanno funzionato durante questa pandemia. Per me il contact tracing per esempio non è stato sufficientemente efficiente, e anche oggi la gestione delle vaccinazioni non è sicuramente all’altezza del nostro Paese. Poi abbiamo anche molto mancato nella protezione dei gruppi a rischio, perché, se pensiamo che più del 50% delle persone decedute avevano più di 86 anni o se pensiamo anche a quello che è successo nelle varie strutture, credo che si sarebbe potuto fare di più, dando magari un impulso direttamente da Berna.
In Consiglio federale ci sono due membri dell’UDC, il presidente della Confederazione Guy Parmelin e il ministro delle finanze Ueli Maurer. Magari è un po’ ingiusto continuare a sparare su Alain Berset…
Per me è assolutamente chiaro che il Consiglio federale è un’entità collegiale, quindi quando si decide tutti portano avanti queste decisioni. Un partito invece deve rimanere critico, deve poter sottolineare le cose che non vanno, e io spero come UDC di aver portato delle idee costruttive.
Chiesa contro Berset
Telegiornale 30.01.2021, 21:00