La lotta contro il coronavirus non passa solo dall’immunizzazione ma si concentra pure sul migliorare il più possibile le cure per guarire le persone affette dalla malattia. Per questo motivo, la Confederazione ha deciso di investire 50 milioni di franchi per progetti di ricerca svizzeri per lo sviluppo di nuovi farmaci e si è assicurata più di 10 milioni di dosi di medicamenti già esistenti.
Lo scorso aprile ne ha prenotate 3'000 di un farmaco della Roche, a maggio 4'300 di un preparato della Eli Lilly and Company e una settimana fa ne ha ordinate 3'000 di un medicamento anti-Covid della Glaxo Smith Kline, concepito in Ticino dalla Humbas di Bellinzona.
Assicurarsi le migliori cure per le persone malate di Covid-19 è molto importante, ma lo è ancor di più non ammalarsi, sostiene Pietro Antonini, responsabile dell’ambulatorio Long Covid della Clinica Luganese Moncucco. “Anche perché - spiega il medico - questi farmaci risultano molto efficaci solo nella prima fase della malattia”.
Un altro svantaggio dei medicamenti sviluppati finora è il costo, che può addirittura superare i 2'000 dollari, un prezzo inaccessibile per i Paesi poveri.
“Chiediamo che gli Stati si impegnino a livello globale affinché l’accesso ai vaccini, alla diagnostica e alle cure sia garantito a tutti. Inoltre, per ottenere una produzione di farmaci in tutto il mondo a lungo termine è necessaria una sospensione temporanea dei brevetti “, spiega Sybille Berger, delegata di Medici senza frontiere.
Obiettivi ambiziosi per i quali Medici senza frontiere si sta impegnando, nella speranza che il Sars-Cov-2 sia debellato in tutto il mondo.