“Abbiamo a disposizione da subito alcune dosi di questi anticorpi monoclonali contro il coronavirus”. Parola di Enos Bernasconi, responsabile del servizio malattie infettive dell’EOC. La Svizzera, è cosa nota, ha infatti concluso un contratto con il gigante farmaceutico Roche per l'acquisto di 3'000 dosi distribuite proporzionalmente ai cantoni. Si tratta di una combinazione di anticorpi monoclonali, sviluppata dalla società farmaceutica americana Regeneron in collaborazione con Roche, che beneficiano di un’omologazione provvisoria secondo l’ordinanza 3 COVID-19. Per questo il farmaco è per ora considerato ancora sperimentale e il paziente deve pertanto fornire il suo consenso alla somministrazione. Al momento in Ticino sono autorizzate a somministrarlo le strutture ospedaliere dell’Ente cantonale (EOC, 7 giorni su 7) e la clinica Moncucco.
La Svizzera punta anche sui farmaci
Telegiornale 20.04.2021, 22:00
Gli studi clinici di fase 3 in merito al "cocktail" di anticorpi nota come Regn-Cov2 (combinazione di casirivimab e imdevimab) hanno mostrato una riduzione del 70% del rischio di ospedalizzazione o di morte di pazienti affetti da Covid-19, così come la capacità di prevenire dell'81% l'insorgenza di forme sintomatiche di Covid. E anche i pazienti che hanno comunque sviluppato i sintomi della malattia, sono guariti in media nel giro di una settimana contro le tre settimane di quelli che avevano ricevuto un placebo.
L’identikit del potenziale beneficiario
Le 3'000 dosi per tutta la Svizzera non sono certamente abbondanti, per questo il suo utilizzo è destinato a un gruppo ristretto di pazienti. Sempre Enos Bernasconi ci aiuta a capire chi sono questi pazienti potenziali: “Si tratta prevalentemente delle persone ad alto rischio di complicazioni, persone che di principio dovrebbero essere vaccinate, ma per diverse ragioni può capitare che non lo siano o che non abbiano risposto correttamente al vaccino. In particolare parliamo di pazienti affetti da malattie cardiovascolari con complicazioni alle spalle (vittime di infarti e ictus), persone con diabete mellito mal gestito, con malattie polmonari croniche avanzate e pazienti con sistema immunitario compromesso a causa di una malattia tumorale e/o di terapie contro queste malattie.”
Cronache della Svizzera italiana delle 18.00 del 17.05.2021: il servizio di Camilla Lizza
RSI Info 17.05.2021, 20:20
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Considerato che si tratta di un farmaco antivirale la cura va intrapresa molto precocemente: “È fondamentale che queste tipologie di pazienti presentino un’infezione accertata con sintomi emersi nei cinque giorni precedenti, oltre questo limite la terapia non è più efficace”. Da qui l’importanza, per queste persone a rischio di complicazioni, di farsi testare appena si presentassero dei sintomi compatibili.
Conservazione poco problematica e scarse reazioni avverse
Due ulteriori aspetti che depongono a favore del farmaco riguardano la sua conservazione e la buona tolleranza nei pazienti. Per la gestione del farmaco non servono infatti particolari procedimenti, con l’unica condizione, una volta preparato per la somministrazione, che venga utilizzato entro 36 ore. “Reazioni avverse o complicazioni particolari o gravi non sono finora emerse negli studi, a parte delle possibili reazioni allergiche come con qualsiasi farmaco” spiega ancora Bernasconi.
Il farmaco ticinese
Non solo Roche e Regeneron. Proprio su questo tema anche il Ticino, con l’azienda Humabs, è in prima linea nello sviluppo di un farmaco anti-Covid. Come già anticipato lo scorso marzo i risultati del nuovo trattamento vanno oltre ogni rosea aspettativa: l’anticorpo monoclonale concepito alla Humabs riduce il rischio di ospedalizzazione e di morte sino all’85% ed è efficace anche contro le nuove varianti, secondo i dati pubblicati dalla ditta stessa.
Dall'RG del 15.04.2021: l'intervista a Davide Corti
RSI Info 17.05.2021, 19:14
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Il farmaco sviluppato a Bellinzona presenta inoltre due vantaggi: può essere somministrato per via endovenosa, un fattore che potrebbe contribuire ad abbassarne i costi, e – come spiegava in aprile alla RSI il direttore scientifico di Humabs Biomed Davide Corti – "riconosce una regione della proteina Spike molto conservata nel virus e dunque anche tutte le varianti circolanti, consentendoci di funzionare come monoterapia e senza dover combinare il nostro anticorpo con altri, come ad esempio ha fatto Regeneron”.
La promettente terapia anticovid ticinese riduce il rischio di morte dell''85%
Telegiornale 11.03.2021, 13:30
Farmaco anti Covid a disposizione
Il Quotidiano 17.05.2021, 21:00