Svizzera

Farmaci "promettenti" in arrivo

A queste terapie avranno accesso le persone che non possono vaccinarsi - Davide Corti: "Funzionano bene se utilizzate precocemente"

  • 15 aprile 2021, 15:01
  • 22 novembre, 17:12
01:00

Dalla PP del 15.04.2021: il servizio di Mattia Serena

RSI Info 15.04.2021, 14:11

  • Pexels
Di: RG/ATS/L.D. 

Nella lotta al Covid-19 si utilizzeranno anche gli anticorpi monoclonali. Mercoledì, il Consiglio federale ha adottato in questo senso alcune decisioni riguardo all'approvvigionamento. Questo tipo di anticorpi è già utilizzato contro altre patologie, come certi tipi di cancro. Ora si utilizza questa tecnica anche contro il coronavirus. A queste costose terapie avranno accesso solo quelle persone che non possono essere vaccinate per motivi medici.

Al momento, ci sono due tipi di medicamenti a disposizione: uno preventivo, l'altro che permette subito dopo il contagio di evitare un decorso grave della malattia. Lo ha spiegato il capo del Dipartimento federale della sanità Alain Berset. Nessuno dei due farmaci deve però rappresentare un'alternativa al vaccino.

A Bellinzona ci stanno già lavorando

“Sono delle terapie che hanno dimostrato di funzionare molto bene quando utilizzate molto precocemente a una persona che si è infettata,” ha detto il direttore scientifico di Humabs Biomed di Bellinzona, Davide Corti, alla RSI. “Prevengono l’ospedalizzazione e l'evoluzione della malattia nelle sue forme più severe”.

L'azienda ha sviluppato questo tipo di farmaco ed è ora in attesa della verifica da parte della Food and Drug Administration (FDA), l'ente americano di controllo dei farmaci. Non è l'unica ad averci pensato, ma il farmaco della Humabs Biomed differisce su un punto.

"Riconosce una regione della proteina Spike molto conservata nel virus", spiega Corti,"e dunque anche tutte le varianti circolanti, consentendoci di funzionare come monoterapia e senza dover combinare il nostro anticorpo con altri, come ad esempio ha fatto Regeneron".

Qui puoi ascoltare l'intera intervista:

Gli studi in collaborazione con Roche

A fine marzo erano stati pubblicati i risultati degli studi clinici di fase III della società farmaceutica Regeneron, che collabora con l’elvetica Roche. I “cocktail di anticorpi” (nota come Regn-Cov2 ) prodotti dalla società avevano confermato una riduzione del 70% del rischio di ospedalizzazione o di morte di pazienti affetti da Covid-19.

I due partner avevano sottolineato come, in quel momento, Regn-Cov2 fosse l'unico trattamento di anticorpi monoclonali che secondo la FDA agisce contro le principali varianti del coronavirus.

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