Alain Berset ammette di aver sbagliato la scelta delle parole in un'intervista apparsa domenica sulla NZZ am Sonntag. Difendendo la posizione del Governo, contrario alla riesportazione di armi elvetiche, aveva parlato di una "frenesia bellica in certi ambienti", suscitando critiche anche all'interno del suo stesso partito, quello socialista.
Interpellato in proposito martedì sera dall'edizione online del Tages-Anzeiger, il presidente della Confederazione riconosce l'errore ma ribadisce pure che di fronte a quanto sta accadendo in Ucraina la risposta non può essere unicamente il riarmo.
"Per essere assolutamente chiaro", ha continuato Berset, "sto parlando di un clima di pura logica bellica, che mi preoccupa. La mia intenzione non è mai stata quella di criticare individui o Stati specifici, ma di dimostrare che ci sono altri modi per sostenere l'Ucraina".
La Svizzera, in particolare, deve pensare in termini di pace e diplomazia perché questa è la sua forza. Può inoltre contribuire allo sminamento e alla protezione della popolazione civile.
Il capo del Dipartimento dell'interno ritiene comunque che le condizioni perché Kiev negozi immediatamente con Mosca al momento non sono date.

L'analisi da Berna di Nicola Zala
Telegiornale 14.03.2023, 20:00