Grande successo mediatico e di pubblico, con decine di migliaia di appassionati o semplici curiosi, ma una voragine finanziaria. I Campionati Mondiali di arrampicata dell’estate 2023 al Centro Fiere di Berna hanno fatto il pieno di spettatori ma tirate tutte le somme resta anche un buco di 1,7 milioni di franchi che, vista la insolvibilità degli organizzatori, pesa sulle spalle del Club alpino svizzero, portatosi come garante.
Nel rapporto finale, redatto da un rinomato studio legale, si giunge alla conclusione che gli organizzatori sono andati ben oltre le proprie capacità e competenze. Implementazione errata del progetto, budget costantemente errato, organizzatore inesperto e sopraffatto dagli eventi, fallimento strutturale nella leadership e nel controllo, errori del personale. Questi alcuni passaggi dell’impietoso rapporto finale. “Era importante far fronte a tutti gli obblighi, spiega Bernhard Aregger, dallo scorso maggio direttore generale del Club alpino svizzero. “Ci siamo assunti le nostre responsabilità e tutte le pendenze sono state chiuse”. A caro prezzo, però, dopo che l’ex direttore e responsabile per la partecipazione del Club alpino svizzero ai Mondiali se ne era andato e tutt’oggi non gli viene concesso di esprimersi in merito.
“Il 2023 è stato chiuso con un pesante deficit. Dobbiamo ora riprenderci”, commenta ancora Bernhard Aregger che vede però positivamente l’evoluzione della situazione finanziaria del club, e non esclude un coinvolgimento futuro ad altri grandi eventi, come ad esempio la tappa di Coppa del Mondo di arrampicata del giugno prossimo, sempre a Berna, competizione più piccola di un mondiale e che gli organizzatori hanno pensato di inserire in una fiera dedicata allo sport, alla salute e alla outdoor.