Per Viola Amherd il 2024 è cominciato nel migliore dei modi: la visita in Svizzera del presidente ucraino Volodymyr Zelenski per annunciare, insieme a lei, la conferenza del Bürgenstock di giugno, in cui Amherd ha poi fatto gli onori di casa.
Anche la fine dell’anno è stata all’insegna della politiica estera, con un’altra visita di successo: quella di Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea, per annunciare la fine dei negoziati su un terzo pacchetto di bilaterali. Amherd è molto impegnata sul tema dei rapporti con l’Unione Europea e quindi la conclusione dei negoziati le ha dato prestigio.
“E’ stato molto importante”, secondo il politologo Adrian Vatter dell’Università di Berna. “I contatti internazionali contano molto per la percezione del Paese all’estero”, ha spiegato ai microfoni del Telegiornale della RSI.
In patria le cose non sono andate sempre altrettanto bene: il suo dipartimento della difesa si è attirato diverse critiche e una copertura negativa da parte della stampa.
“Ho apprezzato le sue iniziative di politica estera ma all’ interno ci sono problemi: il sessismo nell’esercito, questioni di personale e infine il progetto sospeso di difesa antiaerea da 300 milioni di franchi”, ci dice la consigliera nazionale dei verdi Mariona Schlatter
Per la presidente della commissione politica di sicurezza del Consiglio degli Stati Andrea Gmür (il Centro/LU), Viola Amherd ha però ristrutturato e modernizzato le forze armate: “Ha saputo rafforzare decisamente la sicurezza e la capacità di difesa del nostro Paese. Anche le cooperazioni internazionali sono state rafforzate, nel rispetto della neutralità”.
Quanto tempo ancora Amherd resterà in Consiglio federale non si sa. Le voci su un suo possibile ritiro restano insistenti.