Berna ha fatto la sua scelta: le stazioni sciistiche rimarranno aperte durante le festività natalizie. Lo ha affermato ieri, giovedì, il consigliere federale Alain Berset. Una decisione che mette in difficoltà i paesi confinanti, che condividono con la Confederazione i comprensori sciistici.
Uno dei più grandi e importanti si trova a cavallo tra Svizzera e Francia: stiamo parlando de Le Porte du Soleil, 650 chilometri di piste condivise dai due paesi. Il sindaco di Châtel, a ridosso della frontiera vallesana, afferma di non capire una "differenza di trattamento per un territorio diviso da una frontiera oramai da 50 anni virtuale". Nicolas Rubin se la prende con il suo Governo e spera che segua l’esempio della Confederazione: "Lo spazio aperto permette", a suo parere "di mantenere le distanze e sono state studiate regole sanitarie che possono essere applicate".
Ma oltre a lamentarsi, mette in evidenza un problema concreto: cosa succederebbe se uno sciatore salito dal versante svizzero decidesse di avventurarsi nelle piste chiuse del lato francese? Ma non solo: Rubin si dice preoccupato dalla possibilità che approfittando dei bus navetta che collegano Châtel a Morgin, in Svizzera, vi siano assembramenti dovuti al turismo dello sci. A questo punto, si rischierebbe che la frontiera ora virtuale, dovrebbe essere chiusa ermeticamente.
RG 12.30 del 27.11.2020 E in Valtellina cosa succede? Il servizio di Antonia Marsetti
RSI Info 27.11.2020, 17:22
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A livello dell’Unione Europea, diversi paesi tra cui Germania e Italia insistono per coordinarsi nella gestione, leggasi apertura, degli impianti da sci. L’Austria vuole riaprire, mentre l’Italia no. Roma preferisce essere prudente su questo punto, e anche in questo caso i malumori da parte di chi gestisce piste da sci non si sono fatti attendere.
Grigioni Sera 19.00 del 27.11.2020
RSI Info 27.11.2020, 23:04
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La puntata del 27.11.2020 di Modem dedicata al tema