Non piace la riduzione a 80 franchi dagli attuali 110 per chilowatt lordo dei canoni d’acqua, proposta per il periodo 2020-2022 dal Consiglio federale. I cantoni maggiormente interessati - Glarona, Grigioni, Nidvaldo, Obvaldo, Vallese, Ticino e Uri - si sentono penalizzati e si rifiutano di pagare le conseguenze di una strategia energetica rivelatasi sbagliata.
Per socialisti, liberali-radicali e democentristi si tratta di una “politica dei cerotti” che non risolve il problema di fondo. Il ribasso, come sostengono anche le regioni alpini, equivarrebbe a un sovvenzionamento a pioggia dell’industria elettrica che a sua volta viene criticata per la poca trasparenza concernente la reale situazione economica.
Il dibattito rimane aperto. Gli interessati stanno proponendo suggerimenti alternativi. Di questi però nessuno sembra raggiungere un consenso unanime.
ATS/Nad