Si parla molto di corna di vacche, in Svizzera, di questi tempi. L'iniziativa popolare "per la dignità degli animali da reddito agricoli" - sulla quale voteremo il 25 novembre - contempla però anche le capre. E sulla decornazione di questo animale il mondo veterinario ha una posizione ben più esplicita rispetto a quella delle mucche. La contrarietà alla decornazione dei capretti è infatti esplicita, da parte della Società delle veterinarie e dei veterinari Svizzeri.
Innanzitutto, perché - al contrario dei vitellini – per praticarla è necessaria un'anestesia totale. Il rischio di complicazioni è superiore, e non solo per la difficoltà della stima del peso dell'animale.
In secondo luogo, la superficie che viene bruciata sulla testa del capretto è in proporzione molto più grande. L'intervento dev'essere fatto entro le tre settimane di vita. E terzo: lo spessore del cranio è nettamente inferiore a quella di un vitellino, quindi se il ferro per la decornazione viene premuto troppo forte o applicato troppo a lungo può esserci un danno celebrale.
Anche l'Associazione svizzera per la salute dei ruminanti auspica un divieto. In un suo documento pubblicato recentemente si legge che in Svizzera una quarantina di allevatori di capre scelgono di togliere le corna, per evitare ferite tra animali o al contadino. Detto questo, la Società svizzera dei veterinari non sostiene l'iniziativa in votazione a fine mese, sostenendo che vi sono misure più concrete ed efficaci per migliorare il benessere degli animali da reddito. Il testo ad ogni modo non prevede divieti, ma solo un sussidio supplementare per chi non taglia le corna ai propri animali.
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