Una brutta evoluzione, o meglio invouzione dei costumi, si è palesata recentemente nella Svizzera tedesca dove in alcuni carnevali la satira ha superato i limiti del lecito con episodi che ricordano quanto avvenuto un anno fa nel canton Svitto.
Sfilare in costume da Ku Klux Klan non è una violazione della norma penale anti-razzismo, aveva infatti stabilito in autunno il Ministero pubblico svittese chiamato a giudicare il caso di 12 persone travestitesi da membri del movimento razzista statunitense. Mascherata che venne archiviata con una semplice sanzione amministrativa.
A un solo anno di distanza, denunciano i quotidiani che fanno capo al gruppo AZ Medien, altri ci ricascano. Tamburini e Guggen che fanno il saluto nazista a Basilea e un carro che nel canton San Gallo prende di mira un ex-candidato di colore dei iberali. Nulla a che vedere col carnevale, secondo la presidente della Commissione federale contro il razzismo Martine Brunschwig-Graf. "Anche perché qui - aggiunge Graf - non si tratta di umorismo. Ma bisogna parlane subito e in pubblico, se si vuole che queste vicende non finiscano nel nulla".