I richiedenti l’asilo e le persone ammesse provvisoriamente potrebbero essere privati del denaro contante. Giovedì, con 128 voti contro 59, il Consiglio nazionale ha incaricato il Consiglio federale di studiare le modalità per sostenere i cantoni nell’introduzione delle carte di pagamento.
Il postulato è stato presentato dalla Commissione per le istituzioni politiche, ritenendo che una simile misura, già introdotta in altri Paesi, ridurrebbe l’attrattiva della Svizzera come Stato di destinazione per i richiedenti l’asilo.
“È inaccettabile che il denaro versato ai rifugiati sia inviato all’estero”, ha dichiarato il relatore della commissione Andreas Glarner (UDC/AG). Grazie alla carta, il denaro verrebbe speso in Svizzera. L’idea è allo studio in alcuni cantoni e Berna ha fatto il passo lo scorso giugno.
La sinistra ha invece criticato il sistema. Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE) si è chiesta: “A Ginevra, quando si guadagnano 451 franchi al mese, o 15 franchi al giorno, come si può ancora trasferire denaro nel proprio Paese d’origine?”.
L’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (OSAR) dal canto suo ha valutato l’efficacia della misura: il canton Zurigo, che ha sperimentato i voucher nel 2011, ha riscontrato che lo sforzo richiesto era sproporzionato rispetto ai benefici ottenuti, ha precisato l’OSAR.
La Conferenza dei direttori cantonali degli affari sociali (CDAS) ha recentemente respinto all’unanimità l’introduzione di una carta di pagamento, ha aggiunto il consigliere federale Beat Jans, ma la sua precisazione non è stata tenuta in considerazione dal Nazionale.
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Notiziario 12.09.2024, 11:00
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