Le case per le donne in Svizzera sono strapiene. Nelle tre strutture bernesi, per esempio, a Berna, Bienne e Thun, da mesi i posti letto sono costantemente occupati. L’organizzazione mantello delle case protette della Svizzera e del Liechtenstein parla di situazione preoccupante e da anni chiede più mezzi per far fronte alla domanda ampliando l'offerta. Finora, però, non si è mosso molto. Zurigo la scorsa settimana ha stanziato 300'000 franchi per la ricerca di nuovi alloggi.
Sempre più spesso infatti i responsabili delle strutture sono costretti a piazzare le donne vittime di violenza domestica e i loro figli in albergo, spiega Verena Siegenthaler, dell'organizzazione di aiuto alle vittime di Thun. Una disponibilità insufficiente era già capitata in passato, ma si poteva fare capo a case in altri cantoni svizzeri. Ora, invece, anche questi non hanno più margini di manovra.
Quella alberghiera - adottata spesso non per pochi giorni ma per settimane - è però una soluzione problematica dal punto di vista della sicurezza. Inoltre, le vittime di violenza sono in una situazione precaria e avrebbero bisogno di essere costantemente seguite, non lasciate sole.