La Svizzera, oltre a ospitare sul proprio territorio cellule mafiose, sarebbe anche un punto di partenza per attività violente commesse da associazioni criminali nel Nord Italia. A dirlo, martedì, è stato il nuovo procuratore nazionale antimafia italiano, Giovanni Melillo, che ha incontrato a Berna il procuratore generale della Confederazione, Stefan Blättler. Per affrontare questa "preoccupante" situazione, i due Paesi intendono intensificare la collaborazione.
L'incontro, svoltosi (per motivi di sicurezza) nel massimo riserbo, ha un valore altamente simbolico. Si tratta infatti del primo viaggio di lavoro all'estero del nuovo capo della Procura nazionale antimafia e antiterrosmo in Italia. "È una scelta precisa, che corrisponde al valore strategico che attribuiamo alla collaborazione con le autorità svizzere", spiega Melillo .
Una collaborazione necessaria, vista l'importante presenza della mafia in Svizzera, come ha spiegato Stefan Blättler, procuratore generale della Confederazione: "Abbiamo un problema con la criminalità organizzata, con le organizzazioni criminali. Questo è un dato di fatto. Non per niente ho detto all'inizio che una delle mie priorità è la lotta contro le organizzazioni criminali".
Melillo ha poi sottolineato che il problema delle mafie "riguarda non soltanto le regioni meridionali di Ticino, Grigioni e Vallese, ma anche la Svizzera romanda e il nord della Svizzera". A dimostrarlo il grafico dell'Ufficio federale di polizia, che illustra il diffondersi, negli ultimi 60 anni, delle mafie in Svizzera.
"Il fenomeno particolarmente preoccupante è la 'ndrangheta. Le mafie sono organizzazioni che normalmente trasformano la violenza in ricchezza. Da questo punto di vista la ramificazione in Svizzera corrisponde a scelte strategiche precise", ricorda Melillo. E c'è di più, afferma. "Le cellule svizzere hanno un'operatività ad ampio raggio. Noi abbiamo segnali che attività violente commesse nel Nord Italia sono demandate ad affiliati che normalmente risiedono in Svizzera e che svolgono missioni intimidatorie violente in Lombardia, Piemonte e Veneto".
Un fatto che "non sorprende" Stefan Blätter: "Dobbiamo non solo combattere le organizzazioni che vengono ad investire in Svizzera e che praticano azioni illegali, ma anche le organizzazioni che usano la Svizzera come piattaforma per commettere reati all'estero".
E per farlo, i due Paesi intendono intensificare la collaborazione, strategica ed operativa. Oltre ai regolari incontri tra magistrati italiani e svizzeri, Blättler e Melillo intendono vedersi (personalmente) almeno due volte all'anno.