La vendita di armi fece di Emil Bührle (1890-1956) l'uomo più ricco della Svizzera di allora e gli permise di costituire la sua collezione d’arte.
Lo storico Matthieu Leimgruber dell'Università di Zurigo ha presentato martedì uno studio sui legami tra la vendita di armi e la celebre collezione, commissionato dalla città e dal canton Zurigo.
Secondo lo studio, Bührle non era un nazista, ma ha venduto armi al regime e ha approfittato opportunisticamente della situazione degli ebrei perseguitati per costruire la sua collezione.
Emil Bührle, a destra, nel 1950.
Tra il '41 e il '45, Bührle acquistò 93 opere d'arte, 13 delle quali considerate come frutto di spoliazioni. Di fronte ad alcune richieste di restituzione, il collezionista le ha restituite ai loro proprietari ebrei.
In totale, Emil Bührle ha acquistato 600 opere d'arte. 200 di queste sono state riunite dagli eredi nella Fondazione della Collezione Emil Bührle. Queste 200 opere, che avrebbero dovuto passare a Lugano in maggio, saranno esposte al Kunsthaus di Zurigo l'anno prossimo.
CSI del 06.04.20 - Il virus ferma la collezione Bührle
RSI Info 06.04.2020, 18:02
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Collezione Bührle, nuovo studio
Telegiornale 18.11.2020, 21:00