L'ex consigliere federale Christoph Blocher martedì a Zurigo ha fatto il punto in una conferenza stampa su un’UDC in perdita di velocità nelle recenti elezioni cantonali, prima di prendere posizione pure sulle politiche ambientali, sulle forzate dimissioni dei vertici della sezione zurighese e sul numero 1 nazionale Albert Rösti.
Secondo il politico 78enne il partito è ancora in buona forma mentre l'argomento climatico che sta "animando" l’opinione pubblica passerà di moda. A suo avviso "il tema del clima è di moda ora, ma passerà: si deve solo aspettare", per poi paragonare la situazione attuale con gli scenari definiti da fine del mondo del passato, in relazione per esempio alla morte dei boschi e al buco dell'ozono.
Blocher si è detto convinto che con il pretesto della protezione ambientale si punta unicamente a riscuotere nuove tasse: dapprima verrebbero aumentati i prezzi della benzina, poi i costi del riscaldamento e infine toccherebbe all'agricoltura finire sotto pressione. Ha però ammesso che tale argomento è costato tanti voti all'UDC nelle ultime elezioni, non da ultimo nel canton Zurigo: "Non avevamo in merito nulla da opporre, il che è vero". A Zurigo però l'UDC non ha perso solo per questo: stando a Christoph Blocher ha arretrato perché la direzione del partito non ha fatto il suo lavoro.
L’ex ministro della Giustizia (2004-2007) ha poi dichiarato che la questione politica numero uno rimane "l'accordo di sudditanza con l'UE", vale a dire l'accordo quadro. In prospettiva Blocher ritiene che i vertici nazionali democentristi possono dormire sonni tranquilli, almeno per il momento. A suo parere infatti non c'è motivo di cambiare la direzione sotto la guida di Albert Rösti: "credo che si sia ben attrezzati per le elezioni", ha concluso.