“Un’uscita repentina degli Stati Uniti è da escludere: vi sono tempi tecnici di disdetta, ma molto probabilmente Washington taglierà i contributi e questo rappresenterà un problema per i fondi messi a disposizione dei paesi in via di sviluppo”. Sono le parole rilasciate alla RSI dalla presidente della Confederazione Doris Leuthard, che in merito alla decisione del presidente statunitense Donald Trump di uscire dall’accordo di Parigi sul clima aggiunge: “Noi manteniamo la rotta, anche perché da soli non potremo salvare i nostri ghiacciai”.
La Svizzera continuerà a seguire una politica ambientale ambiziosa, ha aggiunto oggi, venerdì, Franz Perrez, capo della divisione affari internazionali dell’Ufficio federale dell’ambiente, durante un’intervista rilasciata all’ATS.
E le reazioni in Svizzera all’annuncio di Donald Trump non sono mancate. Fra urla e fischi, è stata recapitata oggi all’ambasciata statunitense a Berna una lettera di protesta. Nonostante la decisione di Trump, gli ecologisti non si lasciano però scoraggiare: “La protezione del clima continuerà – spiega il portavoce di Greenpeace Marco Fähndrich- UE, Cina e altri paesi avranno un ruolo più importante. Anche la Svizzera, ratificando la prossima settimana l’accordo di Parigi, si porrà all’avanguardia”.
Ma non tutti si allineano a queste posizioni: l’UDC, nel caso il Parlamento dovesse ratificare l’accordo di Parigi, potrebbe lanciare un referendum.
RG/ATS/ludoC
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