La Confederazione lo aveva già anticipato nei giorni scorsi: l’allentamento delle misure di contenimento per il coronavirus prevederà l’utilizzo di un’applicazione in grado di informare i cittadini su eventuali contatti a rischio. L’app è già in fase di sviluppo, e fa capo a un consorzio internazionale di studiosi chiamato DP-3T (Decentralized privacy-preserving proximity tracing), basato al Politecnico di Losanna.
“L’applicazione richiede di avere il blutooth attivato. Periodicamente emette degli pseudonimi”, spiega Jean-Pierre Hubaux, docente all’EPFL e membro del consorzio. Quando ci si avvicina a una persona positiva al coronavirus, si viene avvisati, ma nel rispetto della privacy, garantiscono gli sviluppatori. “Malati e contagiati conosceranno gli uni degli altri solo degli pseudonimi. Non c’è nessuna geolocalizzazione e i dati vengono registrati solo sui telefonini”, prosegue Hubaux.
Una delle caratteristiche del sistema DP-3T è proprio quella di evitare che le informazioni relative ai contatti tra persone vengano registrate su un server esterno a disposizione delle autorità sanitarie (centralizzazione). Il principio su cui si baserà l’app svizzera sarà, al contrario, la decentralizzazione dei dati: una scelta, questa, che dovrebbe garantire una maggiore protezione della privacy, in linea anche con le posizioni prese fino ad ora da Google e Apple, contrarie alla centralizzazione.
La raccolta dei dati su un server, invece, è proprio la strada che sta intraprendendo il PEPP-PT, ovvero il consorzio che sta sviluppando il progetto europeo di tracciamento dei contatti. Progetto da cui il gruppo di studiosi che fa capo a Losanna ha preso le distanze.
L'applicazione elvetica, inoltre, dovrebbe funzionare su base volontaria. Hubaux si è detto fiducioso che sarà questa l’applicazione che verrà scelta dal Consiglio federale. Tra due settimane o un mese al massimo potrà essere disponibile. Toccherà allora ai politici decidere quando metterla a disposizione del pubblico.