Svizzera

Come si cerca il coronavirus nelle fogne

Le infezioni sono tornate a crescere e l’analisi delle acque reflue lo conferma: ma come funziona questo metodo?

  • 6 luglio 2022, 17:31
  • 20 novembre, 15:34
02:12

RG 12.30 del 06.07.22: Covid e analisi acque reflue di Gian Paolo Driussi

RSI/Driussi 06.07.2022, 17:09

Di: JKM 

I casi stanno aumentando. L’inverno si avvicina. In Svizzera ci si prepara per le prossime ondate. Avere un quadro della situazione attuale è quindi fondamentale per le autorità per capire cosa fare. E proprio l’analisi delle acque reflue è diventata sempre più uno strumento essenziale per comprendere l’evoluzione della pandemia.

Oggi ancora di più, visto che “la popolazione è meno predisposta a farsi testare rispetto alle ondate precedenti”, spiega Linda Nartey, vicedirettrice dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ai microfoni della RSI, “e questo genera inevitabilmente uno scarto fra casi esistenti e casi misurati”. In Svizzera questo metodo di analisi è da tempo utilizzato, ma è “stato potenziato con un centinaio di stazioni di prelievo in tutto il Paese”, rimarca Linda Nartey; “si stima di potere ora raggiungere il 70% della popolazione”.

Cosa dicono i dati:

“I dati aggiornati confermano l'aumento della circolazione del virus, in particolare a Ginevra e in Ticino”, ha confermato la vicedirettrice dell’UFSP che specifica come “le maggiori cariche virali siano state riscontrate nell'ordine nel Locarnese, nel Mendrisiotto, nel Bellinzonese e nel Luganese”.

Come funziona:

L’analisi delle acque reflue funziona come un test di laboratorio: anche qui si usa un test PCR, cercando dei frammenti di RNA che poi vengono copiati per amplificare il segnale. Il numero dei processi di copiatura fatti prima della individuazione del virus funge da misura di quanto esso circoli. Queste analisi, nel corso della pandemia, si sono dimostrate molto attendibili nel prevedere l’evoluzione dei casi, prima che il numero dei positivi o delle ospedalizzazioni aumentasse.

Quali problemi:

Se la quantità di materiale genetico del virus presente nel muco o nella gola è simile da persona a persona, le acque reflue possono contenere quantità differenti di feci. Queste cambiano di giorno in giorno in funzione dell’orario in cui il campione è stato prelevato oppure se recentemente ci sono state piogge. Queste variabili rendono difficile paragonare i campioni da un sito all’altro ma gli scienziati stano lavorando per rendere questi test sempre più affidabili e standardizzati.

Non solo Covid-19:

Le analisi delle acque reflue sono utilizzate da decenni per analizzare la presenza del virus della poliomielite e per tracciare l’utilizzo di stupefacenti, come la cocaina. Il successo di questo metodo ha permesso di utilizzarlo anche per altri patogeni, come l’influenza, il rotavirus e ll norovirus (virus della gastroenterite ndr.), nonché per i cosiddetti superbatteri resistenti agli antibiotici.

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