"Zurigo è una citta ferma, come tutte le altre. Siamo tutti chiusi in casa a fare home office. Però al contempo hanno tutti qualcosina da fare: le strade della città non sono vuote. Chi va a correre, chi porta in giro il cane... Sono quasi sempre da soli, oppure in due, in tre, massimo in quattro. Non ci sono mai gruppetti da cinque, anche perché è vietato e dunque gli zurighesi non lo fanno!"
Cosi il ricercatore ticinese in teoria del diritto Filippo Contarini, che lavora da Zurigo, ci racconta come vede i suoi concittadini in queste settimane di lockdown a causa del coronavirus.
"Qui - aggiunge - i media non mettono in prima pagina la conta dei morti e dei contagi. E questo fa si che gli zurighesi pensino che la pandemia c'è, ma senza i morti che ci sono in Ticino e Lombardia. E quindi si percepisce un minor allarmismo rispetto al Ticino".
"Poi non è chiaro se quello che sta succedendo più a sud arriverà o meno anche qui. Staremo a vedere. Intanto io sto in casa", conclude.
Joe Pieracci