L'acquisizione del Credit Suisse da parte di UBS dovrebbe concludersi entro oggi, domenica. La BNS, la FINMA e le due banche stanno lavorando per trovare una soluzione prima dell'apertura dei mercati di lunedì mattina, secondo fonti vicine alla vicenda citate dal Financial Times (FT). Secondo quest'ultimo la Svizzera sta pianificando misure di emergenza per la possibile acquisizione del Credit Suisse in difficoltà da parte dell'UBS. L'obiettivo sarebbe quello di accelerare l'acquisizione dell'istituto finanziario di importanza sistemica globale - riporta il quotidiano britannico.
Le autorità svizzere non hanno rilasciato alcun commento immediato. Tuttavia, le banche si starebbero preparando per un possibile annuncio domenica. Secondo il FT, le autorità stanno rivedendo le regole, come il periodo di consultazione di sei settimane solitamente concesso agli azionisti durante un'acquisizione. In questo caso potrebbe essere allentato.
Sabato pomeriggio si è tenuta a Berna un'altra riunione urgente del Consiglio federale sulla situazione di Credit Suisse - la seconda in tre giorni. Il portavoce del Governo André Simonazzi ha dichiarato di non voler commentare gli sviluppi delle vicenda. Potrebbe concludersi con la fine della storia di quella che era la banca più importante della Svizzera, dal cui seno sono nati SwissLife e SwissRe.
Dal canto suo, l'agenzia Reuters riporta domenica mattina sul suo sito che UBS starebbe cercando almeno sei miliardi di dollari di garanzie dalla Confederazione per concretizzare l'acquisizione di Credit Suisse. Le garanzie richieste da UBS servirebbero a coprire il costo del deprezzamento di alcune attività di Credit Suisse e le eventuali spese di contenziosi, segnala la Reuters. Sempre secondo l’agenzia Reuters, circa 10'000 impieghi potrebbero essere a rischio in caso di fusione.
RG 24.00 del 19.03.23 - Il servizio di Luca Fasani
RSI Info 19.03.2023, 07:41
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"Fusione con impatto notevole sui dipendenti"
Intanto, sempre più specialisti di settore appoggiano l'eventualità di un'acquisizione da parte di UBS dell'istituto concorrente in difficoltà. Infatti, una fusione con Credit Suisse potrebbe esser interessante per UBS, secondo l'esperto economico Andreas Ita. Una tale decisione porterebbe pure "una calma immediata", asserisce domenica sulla NZZ am Sonntag.
UBS trarrebbe vantaggio dal fatto che l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari (FINMA) probabilmente approverebbe tale fusione, finora non auspicata", ha dichiarato il banchiere d'investimento. "Finora gli operatori più diversi hanno regolarmente messo in guardia da una distorsione del mercato", spiega. "Ma ora è necessario un certo pragmatismo".
Tuttavia, lo specialista non si fa illusioni. Una fusione avrebbe un impatto notevole sui dipendenti, che temerebbero una massiccia riduzione del personale. Secondo Andreas Ita, il rischio per i collaboratori di perdere il posto potrebbe essere attenuato da una vendita all'estero. E a suo avviso, se il Credit Suisse fosse scorporato, l'attività d'investimento non sarebbe redditizia e dovrebbe essere abbandonata. La separazione richiederebbe tempo, poiché la banca d'investimento è suddivisa tra diverse entità legali all'interno del gruppo.
Notiziario 08.00 del 19.03.2023 - Il servizio di Alberto Andreani
RSI Info 19.03.2023, 08:16
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Blocher pessimista sulla fusione: "Terribile"
Sulla vicenda si è espresso domenica in un'intervista al Sonntagsblick l'ex consigliere federale Christoph Blocher, il quale definisce una possibile fusione tra Credit Suisse e UBS come qualcosa di "terribile" per la piazza finanziaria svizzera. A lungo termine sarebbe un problema anche per i clienti delle banche, afferma l'82enne politico di lungo corso zurighese.
Ci sono attività che le aziende svizzere attive a livello internazionale possono svolgere solo con una grande banca, ad esempio in Svizzera con UBS o Credit Suisse, rileva il miliardario ex manager di EMS-Chemie. "Se non c'è più concorrenza, le aziende sono alla mercé di un'unica banca".
Credit Suisse e UBS verso il matrimonio?
Telegiornale 18.03.2023, 20:00