Le turbolenze del Credit Suisse e il suo assorbimento da parte di UBS non avranno conseguenze pesanti per le casse pensioni svizzere, già reduci da un 2022 borsistico non proprio entusiasmante. André Tapernoux, presidente dell'associazione che da 25 anni offre consulenze gratuite a tutte le impiegati e gli impiegati che hanno delle domande sul sistema di previdenza, rassicura: "Le perdite delle azioni del Credit Suisse da sole non sono preoccupanti per i vari istituti del secondo pilastro. Ben più decisiva è l'evoluzione dei mercati azionario nel suo insieme" ed è quindi l'andamento dello SMI che andrà seguito da vicino.
André Tapernoux
Intervista dal Radiogiornale della RSI, Tapernoux ricorda che le casse pensioni non sono autorizzate a investire "più del 5% dei loro averi in un determinato titolo. E poi non investono solo in azioni, ma anche in obbligazioni o nel settore immobiliare. Per gli istituti è centrale minimizzare i rischi e dunque diversificare quanto più possibile gli investimenti". Secondo l'esperto, non c'è nemmeno un assicuratore che consacri il 5% del suo portafoglio a un singolo titolo bancario.
Non hanno da preoccuparsi nemmeno i pensionati che avevano trascorso la loro carriera professionale alle dipendenze della seconda banca svizzera: la loro rendita è assicurata, la cassa pensioni è indipendente dall'istituto di credito ed è finanziariamente solida.
Credit Suisse e la comunicazione
Telegiornale 22.03.2023, 20:00
Il nostro sondaggio: