Gli analisti finanziari continuare a tentennare circa le sorti di Credit Suisse. Venerdì le incertezze restano numerose, malgrado il prestito di 50 miliardi offerto dalla Banca Nazionale Svizzera (BNS). A pochi momenti dall'apertura dei mercati, l'azione della seconda banca svizzera è nuovamente scivolata sotto i 2 franchi, gravitando per ore tra gli 1.90 e gli 1.95 franchi. Alle 14.40, poi, registrava un calo del 9,25% a 1,835 franchi. Alla chiusura ha fatto segnare 1,857 franchi, una flessione di circa l'8,2%. Nonostante il salvataggio, i grafici continuano quindi a segnare un trend ribassista.
"Ieri mattina la banca svizzera ha ricevuto un'ancora di salvezza dalle autorità di regolamentazione svizzere, nel tentativo di calmare gli investitori dopo giorni di turbolenze nel settore bancario che hanno alimentato i timori di una più ampia crisi finanziaria ed economica", ha detto John Plassard di Mirabaud Banque.
Tra i punti di forza della banca a due vele, LBBW Research sottolinea la stabilità e la redditività della banca universale svizzera e la forte posizione di mercato nella gestione patrimoniale globale. D'altro canto, le incertezze rimangono elevate, soprattutto per quanto riguarda il ridimensionamento della banca d'investimento entro il 2024 e i possibili effetti delle numerose controversie legali.
Queste circostanze peseranno sul risultato operativo per il 2023 e il 2024, inducendo gli analisti della Landesbank Baden-Würtemberg a ridurre le loro previsioni. Nonostante la bassa valutazione, consigliano di tenere il titolo, anche se non possono escludere una perdita totale del capitale sociale nel peggiore dei casi. In ogni caso, è probabile che il prezzo dell'azione rimanga altamente volatile.
Le incertezze rimangono
La Royal Bank of Canada (RBC) ha accolto con favore il sostegno della BNS e della Finma. Ma la chiave per le azioni Credit Suisse resta il recupero della fiducia. Le misure adottate dovrebbero contribuire a contenere il contagio nel settore bancario, "ma la situazione rimane incerta".
In questo contesto, JP Morgan ha tracciato diversi scenari per il futuro dell'istituto di Paradeplatz, che potrebbe comportare l'ottava ristrutturazione del Credit Suisse dal 2011, mentre gli analisti ritengono "insufficiente il sostegno di liquidità della BNS (come annunciato mercoledì sera)". "Lo status quo non è un'opzione", affermano gli esperti.
Gli analisti della banca statunitense vedono come scenario più probabile un'acquisizione da parte della concorrente UBS, pur rilevando le difficoltà in termini di concorrenza, a loro avviso, "dal momento che la quota di mercato combinata è di circa il 30%", con un rischio di concentrazione e di controllo delle quote di mercato in Svizzera troppo elevato.
La BNS soccorre Credit Suisse
Telegiornale 16.03.2023, 20:00