Le deduzioni fiscali per le spese legate ai figli sono al centro di una delle votazioni in programma per il prossimo 27 settembre. All'esame degli elettori passerà infatti una modifica di legge, sostenuta dal Governo e dalle Camere, che aumenta in questo contesto i margini di deducibilità dall’imposta federale diretta (IFD).
Il progetto prevede anzitutto l’innalzamento da 10’100 a 25’000 franchi per figlio della deduzione massima dall’IFD delle spese per la cura da parte di terzi. L’aumento di questo genere di deduzione, che è riconosciuta solo per i figli che ancora non hanno compiuto i 14 anni, favorirebbe soprattutto i genitori di bambini piccoli, dal momento che nel loro caso risultano particolarmente alti gli oneri per l’accudimento da parte di terzi.
È inoltre previsto un aumento, da 6’500 a 10’000 franchi per figlio, della deduzione di ordine generale per i figli, che può essere fatta valere sempre nell’ambito dell’IFD. Con ciò si punta ad alleggerire ulteriormente gli oneri a carico delle famiglie, indipendentemente dalle modalità di accudimento dei figli.
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Ma quali sarebbero le ricadute di queste misure, se venissero approvate, per le casse pubbliche? Prima della crisi innescata dal coronavirus, e delle incertezze che ha posto in essere per la ripresa dell’economia e della socialità, erano state stimate minori entrate fiscali nell’ordine di 380 milioni di franchi all’anno. La gran parte di questo ammontare, 370 milioni, sarebbe da ricondurre all’aumento della deduzione generale per i figli, tenendo conto che il 60% delle famiglie è soggetto all’IFD e beneficerebbe quindi del provvedimento. L’innalzamento della deduzione per la cura da parte di terzi, in base a stime approssimative, implicherebbe invece un minor gettito fiscale nella misura di circa 10 milioni di franchi annui.
Gli argomenti dei contrari
Contro la modifica di legge è stato lanciato un referendum che ha raccolto più di 53’000 sottoscrizioni a sostegno. I comitati che lo hanno promosso puntano il dito contro le minori entrate fiscali determinate dal progetto e paventano uno smantellamento di altre prestazioni. Più in generale il progetto viene qualificato come un raggiro: a trarne vantaggi, sostengono, sarebbero solo le famiglie con redditi più elevati; a farne le spese sarebbe invece il ceto medio nel suo insieme.
Secondo uno dei comitati referendari, le risorse contemplate dal progetto potrebbero invece essere utilmente impiegate per altre finalità: ad esempio in funzione della riduzione dei premi di cassa malati per i minorenni. Anche un secondo comitato contesta l’efficacia del progetto, sostenendo la necessità di introdurre, oltre a congrue deduzioni fiscali, imposizioni individuali eque e buoni di custodia per gli asili nido e per l’accoglimento nelle famiglie diurne.
Le ragioni del "sì"
Governo e Parlamento rilevano che non sempre chi ha figli piccoli può dedurre dal fisco l’integralità delle spese destinate alla loro cura. Attraverso un aumento delle deduzioni per l’accudimento da parte di terzi, si punta a introdurre un incentivo volto a far sì che entrambi i genitori siano attivi professionalmente e non rinuncino ad un’attività per ragioni fiscali.
La soluzione approvata dalle Camere punta quindi a rafforzare la conciliabilità fra famiglia e lavoro e consentirebbe di occupare circa 2’500 impieghi a tempo pieno, con importanti benefici per l’economia e per il gettito fiscale della Confederazione, dei cantoni e dei comuni.
L’innalzamento della deduzione generale per i figli viene infine motivato col fatto che le spese per essi sostenute, fra alimentazione, alloggio, abiti e quant'altro, incidono comunque sensibilmente sui bilanci famigliari. Grazie a tale deduzione i genitori possono così, a prescindere dalle modalità per l'accudimento dei figli, beneficiare di uno sgravio e di una compensazione.
ARi
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