Commento

Da un’onda all’altra

L’exploit dell’UDC a fronte della sconfitta di Verdi e Verdi liberali, il Centro che al Nazionale supera il PLR: gli esiti di queste Federali in un primo tentativo d’analisi

  • 22 ottobre 2023, 23:16
  • 25 ottobre 2023, 14:33
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L'aula del Consiglio nazionale, che oggi è stato integralmente rinnovato

  • Keystone
Di: Alex Ricordi,Coordinatore RSI Info per la cronaca nazionale

Tutto come nelle previsioni, e anche oltre. L’esito di queste Federali attesta con chiarezza uno spostamento a destra degli equilibri politici. E l’UDC incassa consensi in una misura anche superiore a quella che veniva preconizzata dai sondaggi. Un risultato che i democentristi hanno ottenuto, cavalcando efficacemente uno fra i temi più dibattuti del momento: la politica d’asilo, sullo sfondo dei tanti interrogativi che suscita, in Svizzera come in tutto il continente, l’intensa crescita dei flussi migratori.

Ma un altro dato saliente di queste elezioni è rappresentato dal sorpasso del Centro al Nazionale, per quanto di strettissima misura, a scapito del PLR: un dato di portata storica, se si considera che mai, dalla nascita dello Stato federale, i precursori dei centristi erano riusciti a superare i liberali-radicali, artefici della Svizzera moderna. Questo schieramento coglie così i frutti di una politica accorta, che gli ha permesso di fermare un’annosa erosione di consensi, intercettando i favori degli elettori sensibili ai valori moderati ma anche a quelli della socialità. A farne le spese è appunto il PLR, che paga lo scotto di una sorta di crisi d’identità che si trascina ormai da qualche tempo.

Resta ora da vedere come i centristi decideranno di capitalizzare questo risultato. Con ogni probabilità lo si capirà solo dopo il rinnovo complessivo della Camera alta, nella quale, ricordiamo, il loro partito ha sempre avuto un peso considerevole. Forse, benché divenuti la terza forza politica al Nazionale, rinunceranno a rivendicare un secondo seggio in Governo, in nome della stabilità. Ma certamente non rinunceranno a profilarsi come ago della bilancia di un nuovo Parlamento che vede ora rafforzati gli estremi dell’arco istituzionale: c’è stata infatti la vittoria dell’UDC ma, non va dimenticato, anche una crescita di consensi al PS, per quanto contenuta.

Intanto la “onda verde” di quattro anni or sono si è infranta sugli umori di un elettorato che, in larga misura, non giudica prioritari i temi ambientali per la prossima direzione di marcia del Paese. Gli ecologisti hanno subito un ridimensionamento anche più severo del previsto e vedono così indebolirsi il peso specifico delle loro rivendicazioni per un seggio in Governo. Quanto ai Verdi liberali, la loro ambizione di raggiungere il 10% dei voti esce da queste elezioni decisamente mortificata. Più in generale si potrebbe concludere che l’enfasi sulle sfide climatiche, per quanto ne sia riconosciuta l’urgenza, non è pagante nelle urne quando varie incertezze gravano sull’economia e la popolazione deve fare i conti con i problemi legati ad un crescente costo della vita.

Fin qui, alcune riflessioni sul rinnovo di un Parlamento che sarà chiamato ad affrontare non poche problematiche. E vari interrogativi, ora, vertono su quanto sarà in grado di fornire risposte condivise su dossier particolarmente complessi. Pensiamo ai rapporti con l’UE, alla questione della neutralità, al posizionamento della Svizzera in un quadro internazionale che continua a essere attraversato da forti turbolenze. Come si articolerà il confronto fra i vincitori, che su questi temi hanno posizioni notoriamente intransigenti, e le altre forze politiche? E quali saranno i margini di concertazione su altri dossier spinosi come i costi della salute e il futuro della previdenza sociale? Tante sfide che, in ogni caso, attendono da subito gli eletti al varco.

Un riassunto finale

Telegiornale 22.10.2023, 21:29

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