Con 32 voti contro 6 e altrettante astensioni, il Consiglio degli Stati ha dato il suo via libera, martedì, al progetto d'acquisto degli aerei da combattimento per un ammontare di sei miliardi di franchi.
La flotta attuale dovrà essere sostituita al più tardi entro il 2030 e senza caccia l'esercito non può garantire la protezione della popolazione, ha spiegato la responsabile del Dipartimento della difesa Viola Amherd.
La Camera dei cantoni, distanziandosi in questo caso dai piani governativi, ha per contro rifiutato di rivedere al ribasso le misure compensatorie riguardanti le aziende straniere che s'aggiudicheranno dei mandati in quest'ambito.
Nelle intenzioni della maggioranza (27 i "sì", 17 i "no") le imprese suddette dovranno controbilanciare al 100%, e non solo al 60, il valore contrattuale mediante assegnazione di commissioni in Svizzera, il 20% direttamente, il 40 indirettamente nel settore tecnologico-industriale attivo nel contesto della sicurezza e il 40 rimanente indirettamente in altri 11 rami. Stando alla versione accolta, nel decreto andrà inoltre specificato che le principali regioni del paese dovranno beneficiare di queste ricadute, l'area italofona nella misura del 5%, quella tedescofona per il 65 e quella romanda per il restante 30.
L'incarto passa al Nazionale.
Stati, sì ai nuovi caccia
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