La situazione del commercio al dettaglio in Ticino è positiva, ma si nota un progressivo peggioramento: vanno bene soprattutto i piccoli commerci, mentre quelli medio-grandi esprimono maggiori preoccupazioni. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale per il mese di luglio pubblicata dall’Ufficio cantonale di statistica.
Complice forse anche l’inflazione – ben più alta nella zona euro che in Svizzera - la fine delle restrizioni dovute al Covid-19 non ha provocato una fuga degli acquirenti verso l’Italia, anche se nei parcheggi delle località di confine sono tornate le targhe ticinesi.
Preoccupano invece i costi legati alla canicola, che ha costretto alcuni commercianti a tenere l’aria condizionata accesa anche di notte. Alcuni per compensare hanno spento le luci e le insegne. Inoltre il caldo torrido ha tenuto non poca gente lontana dai centri città e dalle relative botteghe.
I dettaglianti si sforzano di mantenere l’ottimismo per i mesi a venire, ma l’incertezza legata alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica pesa sulle previsioni. Cresce il numero di esercenti che hanno visto diminuire i volumi di vendita e affluenza e si riduce il numero di coloro che li hanno visti crescere.