Il Parlamento è sostanzialmente favorevole alla revisione della legge sulle dogane che regola, tra l’altro, il porto dell’arma di servizio dei dipendenti attivi in seno all’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (UDSC). Dopo un lungo dibattito, il Consiglio degli Stati ha infatti approvato la relativa legge quasi all’unanimità (4 astensioni).
Il dossier di 500 pagine ritorna comunque al Nazionale per appianare delle divergenze, riguardanti fra le altre cose le società di import-export. Il porto dell’arma sarà possibile per i dipendenti dell’UDSC durante le ispezioni, se adeguatamente formati e se sussiste una minaccia.
La revisione della legge sulle dogane all'esame delle Camere
SEIDISERA 17.12.2024, 18:00
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Da due profili a uno multi-specializzato (e armato), da aggiornare per il 2026
Per quanto riguarda la formazione, in realtà già dal 2021 l’Ufficio federale ha uniformato i percorsi delle figure di guardia di confine e specialista doganale che ora si svolge in un unico flusso (specialista dogana e sicurezza dei confini). L’UDSC ha fatto sapere alla RSI che “la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha chiesto al nostro ufficio di rivedere questo nuovo modello, ma senza tornare indietro sulla creazione di un profilo multi-specializzato, con tutti i collaboratori che portano un’arma e che indossano un’uniforme. Attualmente l’UDSC sta lavorando per affinare la definizione del profilo professionale e prevediamo di introdurlo nel 2026”.
Dall’inizio della nuova formazione 516 persone hanno iniziato il programma e attualmente ci sono 204 candidati in formazione, di cui alcuni provenienti anche dal Ticino.
Cosa cambierà con la nuova legge per le guardie di confine
SEIDISERA 17.12.2024, 18:00
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Se i nuovi profilli avranno quindi sempre l’arma con sé, l’attuale personale (doganieri) che opera negli uffici potrà scegliere se averla oppure no, come potrà scegliere volontariamente di entrare a far parte del nuovo percorso formativo. Un compromesso che soddisfa i sindacati, preoccupati però per altri aspetti della revisione legislativa. “La vecchia legge era forse un po’ vetusta - dice alla RSI il co-presidente del sindacato nazionale Garanto Roberto Messina -, ma era sicuramente più semplice in relazione all’applicazione pratica. Questa nuova è invece abbastanza complessa con troppi argomenti scorporati all’interno della revisione stessa. Risulta quindi spesso di difficile comprensione e probabilmente anche di applicazione, anche per l’utente e per l’economia”.
A preoccupare i sindacati è infine anche la prevista marcata digitalizzazione che permetterà di risparmiare, ma rischierà al contempo di far perdere posti di lavoro.