Svizzera

Dubbi sulle guardie di confine

Primi elementi dell'inchiesta sul caso della donna siriana rinviata in Italia che perse il bambino

  • 20 luglio 2014, 12:22
  • 6 giugno 2023, 20:42
L'indagine solleva alcune perplessità

L'indagine solleva alcune perplessità

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I primi elementi dell’inchiesta confermano che le guardie di confine elvetiche di stanza a Briga sapevano che la donna era sofferente. Il caso è quello legato alla perdita del suo bébé non ancora nato da parte di una donna siriana durante il suo rinvio verso l’Italia.

Le guardie hanno preferito rispedire la giovane in Italia piuttosto che far ricorso all’assistenza medica. Una decisione che i primi passi dell’inchiesta ha già stigmatizzato. I funzionari affermano però di non avere avuto notizia dei problemi della donna e di non aver ricevuto nessun segno d’allarme dal marito se non a pochi minuti dalla partenza verso l’Italia e in un momento di grande complicazione logistica nell’operazione di trasferimento di un gruppo di migranti composto da 36 persone.

Stando al domenicale "Matin Dimanche" i doganieri svizzeri avrebbero invece avvisato telefonicamente i loro colleghi di Domodossola al fine di accogliere adeguatamente la giovane rifugiata e di fargli trovare la necessaria assistenza medica. Al suo arrivo nella località italiana la donna è stata subito ospedalizzata ma i sanitari non potevano altro che constatare la morte del feto di 7 mesi.

Red.MM/Swing

01:47

RG 18.30 del 20.07.2014 Il servizio di Elisa Raggi

RSI Info 20.07.2014, 21:17

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