Dopo le avvisaglie degli scorsi anni sta aumentando anche in Svizzera l'interesse della ricerca, seguita dall'industria del mangime e da un numero crescente di contadini, per le erbe "esotiche" a basso consumo idrico. Piante che nei paesi come il Sudan esistono da secoli, ma che fino ad oggi non suscitavano grande interesse alle nostre latitudini e il motivo è presto spiegato.
In seguito al cambiamento climatico gli agricoltori e gli allevatori devono prepararsi a coltivare erbe e piante in grado di resistere a lunghi periodi di siccità: anche tre mesi, precisa ai colleghi di SRF il responsabile della ricerca del centro federale Agroscope, Franz Schubiger.
Sul terreno invece, o meglio a diretto contatto col il mercato, i pionieri sono uomini come il contadino Stefan Zumsteig, di Wil, nel canton Argovia, che ha sostituito il mais coltivato fino a pochi anni fa per il foraggiamento delle sue mucche con il Sorghum. Una pianta originaria del Sudan, molto simile al mais, ma che in caso di siccità chiude i pori delle sue foglie entrando in un modus di sopravvivenza. In quelle condizioni il Sorghum può resistere anche alcuni mesi in attesa delle precipitazioni, senza inaridirsi e morire.
"All'inizio le mie mucche non hanno fatto salti di gioia", ammette Zumsteig , "ma alla fine se la sono fatta piacere e oggi la digeriscono come fosse del granturco".