Ergastolo e internamento a vita: questa la pena richiesta dalla pubblica accusa per lo svizzero di 34 anni processato in Argovia per il massacro di Rupperswil del 21 dicembre 2015.
I crimini erano premeditati e pianificati nei minimi dettagli, ha affermato la procuratrice pubblica Barbara Loppacher. La fattispecie più grave è il quadruplo assassinio, per la quale si giustifica la detenzione a vita.
Tenendo conto dell'alto rischio di recidiva, certificato da due perizie psichiatriche, la procuratrice ha inoltre chiesto la misura dell'internamento a vita e, in subordine, l'internamento ordinario.
Se ci si limitasse all'ergastolo, sarebbe "molto probabile" che l'imputato dopo 15 anni verrebbe rilasciato per buona condotta. Non c'è alcun elemento attenuante, ha sottolineato Loppacher. Tutte le imputazioni avrebbero potuto essere dimostrate anche senza una confessione.
L’uomo, originario della località dove si svolsero i fatti, uccise sotto lo stesso tetto quattro persone: una donna, suo figlio maggiorenne, l’amica di quest’ultimo, e il figlio più piccolo, di cui abusò anche sessualmente.
L’imputato, è stato ricordato più volte in aula, ha cercato su internet altri ragazzini da abusare e studiato le abitudini delle loro famiglie.
ATS/ludoC
RG 12.30 del 14.03.2018 - La corrispondenza di Anna Maria Nunzi
RSI Info 14.03.2018, 13:32
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