La suspense su un possibile accordo quadro tra la Svizzera e l'UE, per garantire l'armonizzazione delle leggi, continua. I negoziati non sono ancora finiti e il Consiglio federale ha deciso mercoledì di consultare i cantoni e le parti sociali. "L’UE desidera un avvicinamento da parte nostra. Le discussioni continueranno nel corso dell'estate e il Consiglio sarà informato dei risultati al più tardi a inizio settembre" ha dichiarato mercoledì il capo dipartimento Affari esteri Ignazio Cassis.
Bruxelles ha spinto a lungo la Svizzera a riprendere in maniera dinamica l'evoluzione del diritto europeo, ma Berna non vuole rinunciare alla sua sovranità e aveva tracciato delle linee rosse fin dall'inizio dei negoziati. Linee che il Governo ha confermato mercoledì.
Le misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone sono molto controverse. L’Europa è contraria in particolar modo alla cosiddetta regola degli otto giorni, che obbliga le imprese europee ad annunciare con una settimana di anticipo i loro incarichi in Svizzera e a versare un deposito.
Il Governo, dal canto suo, aveva sempre affermato che queste misure di accompagnamento facevano parte dei punti irrinunciabili, ma Cassis, recentemente, aveva annunciato di essere pronto a discuterne a patto che la protezione dei lavoratori continuasse ad essere garantita. Il consigliere federale mercoledì ha invece confermato che queste misure fanno parte delle linee rosse fissate dal Governo.
ATS/Bleff