Al Tribunale penale federale di Bellinzona oggi (martedì) era in agenda l’audizione di Evelin Banev nell’ambito del processo che vede sul banco degli imputati anche Credit Suisse. L’istituto finanziario è accusato di non aver impedito il riciclaggio di svariati milioni di franchi dell’organizzazione criminale del 57enne ex lottatore bulgaro tra il 2004 e il 2008. Un’organizzazione che trafficava tonnellate di cocaina dal Sudamerica. L’atto d’accusa del Ministero pubblico della Confederazione parla di 146 milioni di franchi transitati solo nella sede zurighese dell’istituto finanziario elvetico.
Martedì in apertura di dibattimento la Corte del Tribunale penale federale si è collegata in video conferenza con il Tribunale di Kiev, Evelin Banev però non c’era. Una giudice ucraina in un inglese stentato (dizionario alla mano) ha affermato di non sapere se il 57enne abbia ricevuto la convocazione e di credere che si trovi in un’altra città. Dopo un’ora e mezza di attesa, le autorità ucraine hanno infine dichiarato di non sapere dove vive Evelin Banev e di non averlo neppure trovato all’ultimo indirizzo conosciuto dalla polizia. Dopo una breve pausa la Corte ha deciso di rinunciare all’audizione di Banev e di proseguire dunque con il processo.
RG12.30 del 07.02.22: il ritratto di Evelin Banev di Francesco Martino
RSI Info 07.02.2022, 14:38
Contenuto audio
Banev, che è stato condannato in Italia, Romania e Bulgaria a una pena cumulata di 36 anni di detenzione era stato arrestato in Ucraina nel settembre del 2021 e poi rilasciato. Secondo fonti di stampa l’uomo non può venir estradato in virtù della sua nazionalità ucraina.
Il processo
Alla sbarra da lunedì 7 febbraio ci sono due cittadini bulgari, accusati di essere i punti di contatto in Svizzera di Evelin Banev; un’ex impiegata di Credit Suisse, accusata di aver aperto decine di conti presso la sede di Zurigo della banca e un ex banchiere di Julius Bär, accusato, anche lui, di aver contribuito a mettere in piedi l’articolato sistema di riciclaggio. E poi c’è Credit Suisse, accusata, appunto, di non aver adottato tutte le misure necessarie per prevenire i reati commessi dalla sua dipendente. Una vicenda, questa, di cui si trova traccia anche nei recenti “Suisse Secrets”.
Credit suisse
Telegiornale 20.02.2022, 21:00
Credit Suisse ha sempre negato ogni addebito e si dice certa dell’innocenza della sua ex collaboratrice; l’ex dipendente ha dichiarato anche in aula di essersi sempre confrontata con i suoi superiori perché le sue conoscenze in materia legale erano minime. Domani prenderà la parola il Ministero pubblico della Confederazione per la requisitoria e venerdì i legali di Credit Suisse per la prima arringa difensiva. Il processo non dovrebbe terminare prima del 4 marzo; non c’è ancora una data per la sentenza.