Il futuro dell’infrastruttura ferroviaria svizzera sarà assicurato da un fondo permanente dotato di 6,4 miliardi di franchi per le opere della prima tappa, manutenzione e nuove realizzazioni fino al 2025. Dalle urne è uscito domenica un risultato senza storia: tutti i cantoni hanno accolto il progetto ad eccezione di Svitto, i favorevoli sono stati il 62% e i contrari il 38%.
La lobby delle strade, sostenuta dall’UDC, non è riuscita a far colare a picco un piano che riteneva sovradimensionato e ingiusto nei confronti degli automobilisti. Oggetto di critiche era in particolare la riduzione a 3'000 franchi della deduzione accordata ai pendolari relativamente all’imposta federale diretta.
La vittoria del “sì” comporta pure un rincaro del prezzo dei biglietti dei treni, un maggiore esborso da parte di Confederazione e cantoni e un decimo di punto di IVA in più dal 2018 al 2030. Tutti sacrifici necessari secondo i favorevoli, per garantire uno sviluppo sostenibile della mobilità e la competitività economica del paese. I più entusiasti sono stati i ticinesi e i romandi, questi ultimi i maggiori beneficiari dei futuri investimenti: una manna di 3 miliardi servirà a migliorare il traffico fra Losanna e Ginevra, oltre che a ridurre i tempi di percorrenza verso Berna.
ATS/pon
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Le reazioni
Dopo l'accettazione del fondo per le infrastrutture ferroviarie, a nome del Governo la ministra dei trasporti Doris Leuthard ha garantito che il denaro sarà bene investito. La conservazione in buono stato della rete avrà la priorità e che lo sviluppo sarà progressivo. Tutte le basi legali dovrebbero essere in vigore entro il 2016 e già entro fine mese potrebbero essere tracciati i contorni di un fondo analogo per le strade. Gli sguardi si rivolgono ora infatti in quella direzione: tanto i fautori quanto gli oppositori del testo accolto domenica riconoscono la necessità di investire anche in favore degli automobilisti. Roger Nordmann, presidente dell'Alleanza per i trasporti pubblici, esaminerà "senza pregiudizi" le proposte della consigliera federale Doris Leuthard e non si oppone a un'estensione della rete stradale, in particolare negli agglomerati urbani. PS, PPD e PLR sono sulla stessa lunghezza d'onda. I contrari al fondo, UDC in testa, dal canto loro non hanno ancora deciso se ricorreranno nuovamente al referendum, ancora possibile riguardo alla riduzione della deduzione fiscale per i pendolari.
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Il consigliere nazionale Fabio Regazzi sulle implicazioni del voto per il Ticino
RSI Info 09.02.2014, 19:14
Il commento di Doris Leuthard
RSI Info 09.02.2014, 20:13