Il comitato trasversale che si oppone all’iniziativa “Per un freno ai costi” del Centro ha messo in guardia lunedì a Berna contro il rischio di una “medicina a due livelli” se il testo verrà accettato il 9 giugno. Il comitato sostiene invece il controprogetto parlamentare, che entrerebbe in vigore in caso di no all’iniziativa.
Nonostante all’inizio di marzo quasi tre svizzeri su quattro si erano detti favorevoli all’iniziativa, il testo è osteggiato da quasi tutti i partiti - dall’UDC ai Verdi, dai Verdi liberali al PLR e al PS – e dalle associazioni degli infermieri e dei medici di famiglia. Secondo queste ultime, un “sì” all’iniziativa porterebbe i pazienti a dover pagare di tasca propria una visita medica su tre nei prossimi 20 anni.
Viene pure ritenuto “assurdo” il meccanismo che lega la spesa sanitaria agli stipendi, in quanto la spesa sanitaria verrebbe limitata in base alla congiuntura economica e non ai bisogni. Inoltre, questo freno ai costi non tiene conto di fattori come l’invecchiamento della popolazione e i progressi della medicina, ha sottolineato lunedì il comitato per il No davanti ai media.
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