La Svizzera e l’Italia hanno raggiunto un’intesa sull’imposizione del telelavoro dei frontalieri italiani. Lo ha annunciato oggi davanti ai media la “ministra” delle finanze Karin Keller-Sutter.
Da gennaio potranno lavorare da casa fino al 25% del loro orario di lavoro senza conseguenze fiscali. La firma tra Svizzera e Italia è arrivata mercoledì. Karin Keller-Sutter, a capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF), e il suo omologo italiano per gli affari economici Giancarlo Giorgetti, hanno firmato la dichiarazione in videoconferenza.
Se il limite massimo del 25% verrà rispettato, tutto rimarrà come prima, sia per lo Stato, che è responsabile della riscossione delle imposte, sia per lo status dei frontalieri.
Soddisfatta, Karin Keller-Sutter, citata nel comunicato stampa del DFF, ha confermato che la soluzione trovata con l’Italia per la futura imposizione dei lavoratori frontalieri è positiva per le aziende svizzere e i loro dipendenti. “Porta chiarezza e certezza nella gestione della tassazione dei domicili e riduce l’onere amministrativo e garantisce la parità di trattamento per tutti i frontalieri interessati” ha sottolineato Keller-Sutter.
Anche il ministro Giorgetti si dichiara soddisfatto per l’intesa raggiunta: “Mettiamo la parola fine – dice – e in maniera positiva a una questione che si trascina da anni. Finalmente abbiamo regole certe che interromperanno una lunga e dannosa serie di contenziosi. Oggi abbiamo raggiunto un compromesso costruttivo che tiene conto delle diverse esigenze e richieste, va nella direzione dello sviluppo di entrambi i Paesi e rafforza i rapporti di collaborazione e amicizia tra Italia e Svizzera”.
Imprese soddisfatte, il sindacato un po’ meno
L’intesa soddisfa anche il mondo imprenditoriale ticinese: “Penso sia una soluzione favorevole e positiva, soprattutto perché si guarda avanti”, dice Michele Rossi, delegato per le relazioni estere della Camera di Commercio ticinese. “Non è il solito accordo che risolve la situazione per alcuni mesi , ma si fa un discorso di medio-lungo termine”. Il limite massimo del 25%, ricorda Rossi, dipende dal fatto che l’Italia ha mantenuto tale soglia in ambito assicurativo. Il risultato odierno, conclude, è comunque positivo perché “permette alle persone, ma anche alle aziende di fare determinati programmi”.
Parla invece di luci e ombre Andrea Puglia, responsabile dell’ufficio frontalieri del sindacato OCST: “Le luci sono che finalmente ci saranno delle regole chiare, valide per tutti i frontalieri. Regole anche flessibili, in quanto è erroneo dire, come tanti stanno dicendo, che si potrà lavorare da casa un giorno a settimana. In realtà parliamo del 25% del tempo di lavoro annuale”. Questi giorni complessivi, spiega il sindacalista, “potranno essere utilizzati compatibilmente con la policy aziendale, un po’ come si vorrà, quindi anche accorpando più giorni insieme”. Le ombre? “Evidentemente tutti speravamo in un qualcosa di più, come han fatto ad esempio Svizzera e Francia col 40%”.
Notiziario Rete3 14.30 del 10.11.2023
RSI Info 10.11.2023, 14:43
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Telelavoro frontalieri, associazioni ticinesi preoccupate
Il Quotidiano 30.06.2023, 19:00