In Svizzera, al momento, sono occupati i tre quarti dei letti in terapie intense. Alcuni ospedali hanno trasferito pazienti o rinviato interventi non urgenti. L'inquietudine c'è ora anche tra gli ammalati di tumore. Così la Lega Svizzera contro il cancro ha chiesto lunedì di garantire i trattamenti ai pazienti con tumori anche in caso di aumento dei casi Covid nelle terapie intensive. Ma creare corsie privilegiate per certi tipi di patologie sembra molto difficile.
Ci sono persone preoccupate, che temono di non potersi curare come pensavano, dice alla RSI Stefanie de Borba, della Lega contro il cancro. Un medico curante potrebbe posticipare un intervento chirurgico, per non occupare le cure intense per vari giorni dopo l'operazione. Al momento però non è al corrente di casi concreti di interventi rinviati, come invece era capitato durante la seconda ondata di coronavirus, tra fine 2020 e inizio 2021. Ma con la richiesta che l'accesso ai trattamenti oncologici urgenti sia sempre possibile, chiediamo, pretendete una corsia preferenziale per una certa tipologia di pazienti? "In realtà no, risponde de Borba... Il senso dell'appello è che si faccia di tutto per evitare il rinvio di operazioni importanti. Ma questo vale anche per chi ha altre malattie".
L'appello è piuttosto alla popolazione, perché si vaccini o rispetti le misure di protezione, così da arginare la pandemia. Nessun contrasto quindi con la Commissione nazionale di etica per la medicina umana, che recentemente ha definito inammissibile una presa a carico diversa tra patologie e cause, ad esempio tra vaccinati e non vaccinati. "Va detto che non tutti gli interventi sono urgenti. Per certi tumori si può attendere senza problemi alcune settimane, se non mesi", sottolinea de Borba.
Anche in questi casi, però, l'incertezza sul momento dell'intervento aggiunge stress e preoccupazione a persone che già stanno attraversando un periodo difficile.
Reparti di cure intensive sotto pressione
Telegiornale 31.08.2021, 22:00