In base alle conoscenze attuali, le piante geneticamente modificate non rappresentano un rischio per la salute e neppure per l'ambiente. I consumatori restano però critici. Sono le conclusioni, presentate oggi a Berna, di un vasto studio commissionato dal Consiglio federale e gestito dal Fondo Nazionale di ricerca (FNS).
Per cinque anni gli studiosi hanno valutato utilità e rischi degli organismi geneticamente modificati (OGM), conducendo 30 progetti di ricerca (budget 12 milioni di franchi). In particolare, 11 programmi hanno esaminato i possibili rischi ambientali di mais o fragole transgenici. Gli autori sono giunti ai medesimi risultati: non sono stati in grado di stabilire effetti negativi su insetti utili, microrganismi o sulla fertilità del suolo. Anche l'analisi di oltre un migliaio di pubblicazioni scientifiche internazionali non hanno evidenziato alcuna nocività.
Decisione al mercato?
"Dal punto di vista scientifico il divieto dell'ingegneria genetica non si giustifica. La politica deve chiedersi se non vuole lasciare la decisione al mercato", ha spiegato il politologo Thomas Bernauer del consiglio del FNS.
Quando, con la coltivazione di piante utili geneticamente modificate, si sono avuti effetti indesiderati, questi non sono stati una conseguenza della genetica stessa quanto piuttosto delle insufficienti pratiche agricole come le monocolture, ha indicato il FNS.
I consumatori restano scettici
Gli studi mostrano tuttavia che solo circa un quarto dei consumatori sarebbe pronto ad acquistare alimenti prodotti con l'aiuto della genetica. L'80% degli interrogati si è detto favorevole a una libertà di scelta tra prodotti geneticamente modificati e non.
Reazioni divergenti; Greenpeace: "non tutti i rischi considerati"
Non si sono fatte attendere le reazioni alle conclusioni del Programma nazionale di ricerca sulle piante transgeniche. Greenpeace ritiene che non siano stati esaminati tutti i rischi, "non viene analizzato un pericolo importante, quello del consumo di OGM".
Dal canto suo, l'Unione svizzera dei contadini evidenzia la mancanza di utilità dell'ingegneria genetica per l'agricoltura dal punto di vista ecologico, agronomo ed economico.
Per economiesuisse e industrie chimiche e biotecnologiche, invece, la moratoria attualmente in vigore nuoce all’innovazione e non va prolungata, considerato anche il fatto che che "colture convenzionali e non, possono coesistere".