"No Billag" da respingere, e senza opporle un controprogetto. È la posizione del Consiglio degli Stati che oggi, mercoledì, ha bocciato all'unanimità l'iniziativa popolare volta alla soppressione del canone radiotelevisivo. Il dossier passa ora al Consiglio nazionale.
Il testo in questione, depositato nel dicembre del 2015 con oltre 112'000 firme a sostegno, prevede che la Confederazione non possa riscuotere canoni, né sovvenzionare o gestire emittenti radiofoniche o televisive.
Durante il dibattito in aula, si sono espressi contro l'iniziativa anche i due rappresentanti del canton Ticino. Per Fabio Abate, essa si configura come "un colpo sferrato alla coesione nazionale e alla solidarietà verso le regioni linguistiche minoritarie". Filippo Lombardi ha da parte sua affermato che il testo ha "un titolo ingannevole, poiché non è la Billag, bensì la SSR che si vuole colpire".
Niente pubblicità online
Sempre stamani, la consigliera federale Doris Leuthard ha assicurato gli Stati che il Governo non ha alcuna intenzione di rimuovere il divieto alla SSR di diffondere pubblicità online.
Gli Stati hanno quindi affossato tacitamente una mozione in materia della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Nazionale (CTT-N). La Camera dei cantoni ha inoltre rilevato che l'interdizione è già sancita nell'ambito della concessione alla SSR.
Il testo in questione, accolto dalla Camera del popolo durante la sessione invernale, punta a consolidare tale divieto e a non lasciare in materia ulteriore margine di manovra al Governo.
Red.MM/ARi
Dal TG12.30: