Ieri (venerdì) parte del Consiglio federale, come noto, è stato vaccinato. Finora sono infatti almeno quattro gli esponenti del Governo - secondo il Blick si tratta, oltre che del presidente Guy Parmelin, di Alain Berset, Ignazio Cassis e Karin Keller-Sutter – a cui è stata inoculata la prima dose del vaccino. Un'iniezione, scrive anche il Tages Anzeiger, avvenuta in gran segreto, alla larga dai riflettori. “Non c’è nessun segreto naturalmente – spiega da parte sua ai microfoni RSI il vicecancelliere della Confederazione e portavoce del Consiglio federale André Simonazzi –, avevo già annunciato una settimana fa che il Consiglio federale si sarebbe fatto vaccinare e che l’iniezione sarebbe stata predisposta una volta arrivato anche il secondo preparato”.
Ad oggi sono circa 70’000 le persone che in Svizzera hanno ricevuto il vaccino e, vista la scarsità dei preparati, viene data la precedenza alle persone sopra i 75 anni e con altre patologie. Ma anche sotto questo punto di vista Simonazzi smorza ogni polemica: “I motivi per vaccinare il Consiglio federale sono semplici: il Governo vuole dare un segnale di come questa vaccinazione sia sicura, inoltre abbiamo bisogno anche di avere un esecutivo che funziona e proteggere il Governo in tempi di crisi è molto importante.”
Sorge a questo punto però un dubbio spontaneo: perché vaccinarsi tenendo lontani telecamere e microfoni? “Di norma in Svizzera la popolazione non ama la spettacolarizzazione davanti alle telecamere. Pensiamo che l’informazione dell’avvenuta vaccinazione sia sufficiente a dare fiducia, mentre in tv potrebbe essere controproducente” conclude Simonazzi.
Nei prossimi giorni, conferma infine il portavoce del Governo André Simonazzi, il vaccino verrà iniettato ai consiglieri federali che ancora non l'hanno ricevuto e ad almeno tre membri della Cancelleria federale.