Svizzera

I contadini fanno breccia a Vaud: i controlli diminuiranno

Il Consiglio di Stato dà una prima risposa alle rivendicazioni del mondo agricolo in protesta, riducendo l’onere amministrativo

  • 16 marzo, 13:20
  • 18 marzo, 10:15

Radiogiornale delle 12.30 del 16.03.2024: il servizio di Monica Fornasier

RSI Info 16.03.2024, 13:20

  • Keystone
Di: Radiogiornale-Fornasier/RSI Info

Il Governo del Canton Vaud ha dato venerdì alcune prima risposte alle rivendicazioni del mondo agricolo, che da fine gennaio un po’ in tutta la Svizzera sta manifestando il suo malcontento. In particolare, il Consiglio di Stato ha annunciata una diminuzione dell’onere amministrativo.

Lo ha fatto presentando la strategia agricola cantonale e comunicandolo a Morges. La consigliera di Stato responsabile del dossier Valérie Dittli l’ha voluto fare al fianco di vari attori del settore: rappresentanti di Prométerre - l’Associazione che difende i lavoratori -, dell’interprofessione del vino e dei giovani agricoltori. E anche di Arnaud Rochat, promotore del movimento di rivolta dei contadini svizzeri. Tutti uniti - in un contesto di protesta e di richiesta di aiuto - per assicurare un futuro a chi lavora la terra e ai prodotti nostrani.  

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Negli ultimi anni il carico amministrativo e soprattutto i controlli sono talmente aumentati da diventare troppo importanti - ha dichiarato la consigliera di Stato.

Da una parte sono necessari, ha spiegato (l’agricoltura beneficia di soldi pubblici e le verifiche sono utili anche per il contadino, perché in questo modo capisce se sta facendo le cose nel modo giusto per ottenere i pagamenti diretti), ma d’altra parte bisogna ridurli “al minimo indispensabile”.  

Ed è possibile diminuirli di un buon 30% secondo Valérie Dittli. Così facendo sembra essere arrivata una prima risposta alle proteste dei contadini, che vogliono meno burocrazia, ma anche maggiore considerazione per il lavoro che fanno e soprattutto una giusta retribuzione per i loro prodotti. Su questo ultimo aspetto serve maggiore trasparenza da parte dei grandi distributori nel modo in cui fissano i prezzi, secondo la Consigliera di Stato. Il Cantone, ha dichirato, può fare poco. 

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