Svizzera

I controlli fanno il contropelo a chi vende pellicce

Gravi lacune sono emerse dalle ispezioni, ma l'associazione di settore accusa i rivenditori online: "Sbagliato parlare di mancanze generali"

  • 14 ottobre 2022, 09:59
  • 24 giugno 2023, 00:24

RG 07.00 del 14.10.2022 - Pellicce, il servizio di Veronelli

RSI Info 14.10.2022, 11:25

  • Keystone
Di: RG/Red MM.

Cercano di fare i furbi, ma non sono propriamente volpi. Parliamo dei due terzi di negozi, inclusi i rivenditori online, che forniscono informazioni errate sull’origine o i mezzi di produzione delle pellicce o di capi d’abbigliamento con parti in pelliccia. Capita che tali informazioni siano addirittura assenti.

È quanto emerso da una serie di controlli condotti dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria. La conclusione è che, nonostante l’introduzione nel 2014 di norme precise in materia di dichiarazione, non ci sarebbe stato alcun miglioramento.

Da parte sua l’associazione del settore SwissFur accetta di buon grado il contropelo, ossia le ispezioni, ma contesta le conclusioni. "I controlli devono essere eseguiti - dice alla RSI il vicepresidente Benjamin Ivan -, ma è sbagliato affermare che a livello generale ci sono delle mancanze. Capita che un capo non sia conforme anche tra i nostri membri. Ma i problemi principali sono da cercare fra chi non lavora seriamente e nelle vendite online".

L'ordinanza sulla dichiarazione prescrive che tutte le pellicce e i prodotti di pellicceria siano dichiarati con indicazioni sulla specie animale, l'origine e il metodo di produzione. Questo per permettere a chi compra di prendere una decisione d'acquisto informata. "La vendita online - ribadisce Benjamin Ivan - è un problema, anche se non tutti sfuggono ai controlli. Per il consumatore esiste comunque un sistema di tracciabilità del prodotto a livello internazionale che si chiama Furmark e che con un QR code fornisce tutte le informazioni necessarie".

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