In Europa è accesa la discussione sull'obbligo di vaccinazione, una strategia per combattere la pandemia di coronavirus che il Consiglio federale - va detto - finora ha sempre escluso. E nel dibattito entra oggi a gamba tesa Andreas Brenner, professore basilese di filosofia, globalizzazione ed etica economica: trattare le persone diversamente perché non sono vaccinate - afferma l'accademico in un'intervista pubblicata dalla Basler Zeitung - significa rischiare "danni estremi" per la società.
Obbligo di vaccinazione, dibattito aperto
Telegiornale 21.07.2021, 14:30
"Una volta che simili stigmatizzazioni si sono attestate nella vita pubblica ne seguiranno molte altre", dice. L'idea avanzata negli ultimi tempi di identificare in modo visivo chi non si è immunizzato - per esempio fra il personale di un ospedale - è a suo avviso "catastrofica".
Andreas Brenner, professore basilese di filosofia, globalizzazione ed etica economica
Il dibattito sull'obbligo di vaccinazione, argomenta Brenner, "è strettamente legato a ciò che viene visto come il valore più importante, il bene individuale o il bene comune. Chi vuole introdurre l'immunizzazione obbligatoria sostiene che il benessere e i diritti dell'individuo sono di minor valore. Allora bisogna chiedersi perché i diritti umani, che sono diritti individuali e fondamentali per la nostra società, abbiano un peso minore del bene comune. Ci deve essere un dibattito su questo. E chi vuole la vaccinazione obbligatoria deve davvero presentare ragioni molto plausibili".
È una questione di proporzionalità, sostiene lo specialista. "Il problema della situazione attuale è che molti paesi si concentrano unilateralmente sulla protezione della salute, trascurando altri valori. Nel frattempo abbiamo raggiunto il punto in cui tutto è subordinato alla protezione assoluta della salute. Il fatto che lo Stato renda assoluto il suo dovere di cura verso i suoi cittadini non rappresenta un progresso, ma un grande pericolo", sostiene Brenner.
"Il dovere di protezione dello Stato non è mai stato visto come assoluto, anche in termini di salute, e i cittadini non si sono mai aspettati che lo fosse", prosegue l'intervistato. "Al momento si parla di vaccinazione obbligatoria per alcuni gruppi di persone: ma è nella logica di questa politica che presto si discuterà della vaccinazione obbligatoria per tutti".
Secondo il professore lo stato rischia di sostituirsi all'individuo e questo è un approccio che non funziona sul lungo termine. "Possiamo mantenere la forza della nostra comunità solo se preserviamo i nostri valori individuali. Lo Stato democratico travalica i confini quando assume più responsabilità: non è autorizzato a farlo. Ognuno deve continuare ad assumersi le proprie responsabilità personali, non dobbiamo permetterci di essere sollevati dallo Stato".
"Il diritto alla libertà e il diritto all'integrità corporea sono tra i diritti più importanti e fondamentali", prosegue Brenner. "Per quanto riguarda la vaccinazione obbligatoria, la subordinazione del benessere individuale al bene comune ha come effetto che il corpo individuale è visto come parte del collettivo. Il collettivo rivendica allora l'individuo. Vedo questo come un pericolo che va oltre il coronavirus. Bisogna riconoscerlo: se la vaccinazione obbligatoria verrà attuata perderemo il controllo esclusivo sui nostri corpi".