Le persone senza appartenenza religiosa erano diventate già nel 2022 il gruppo più importante in Svizzera e questo dato di fatto si è confermato anche nel 2023, secondo le cifre aggiornate lunedì dall’Ufficio federale di statistica: sono ormai il 35,6% della popolazione. Ciò conferma il trend degli ultimi 50 anni, che ha visto ridursi notevolmente soprattutto il numero dei residenti in Svizzera di fede evangelica riformata, ossia i protestanti (19,5%).
Questi nel 1970 rappresentavano la “fetta” più sostanziosa, con un 48,8% di sostenitori. È diminuita anche la quota dei cattolici, seppur in misura minore. Come rileva la statistica, nel lo scorso anno questo ultimo gruppo costituiva meno di un terzo degli abitanti (il 30,7% per la precisione), mentre nel 1970 sfiorava ancora la metà (46,7%).
Se si considerano gli appartenenti a tutte le confessioni (includendo anche chi non ne ha una), il 40,0% di essi ha dichiarato di aver partecipato a funzione religiose collettive tra una e cinque volte l’anno negli ultimi 12 mesi. Il 34,2% non vi ha mai presenziato e solo l’8,7% lo ha fatto più di una volta a settimana. Il 44,8%, inoltre, non ha mai pregato e appena il 20,3% lo fa ogni giorno.
Interessante notare come i senza confessione religiosa siano maggioritari fra i cittadini francesi (63%) e tedeschi (55%) residenti nella Confederazione, mentre fra chi ha il passaporto rossocrociato sono il 29%. Gli italiani sono invece i più ferventi cattolici (il 68% si riconosce in questa fede) davanti ai portoghesi (67%). La percentuale scende al 34% per gli svizzeri.