IL TPF rimane in mani UDC

Una serie mai vista di articoli critici sulla stampa nazionale e una raffica di accuse a proposito di sessismo, mobbing, trucchetti legati alle ore di presenza e alle note spese, insieme a forti dubbi sulla morale del lavoro tra i giudici dell'alta corte con sede a Bellinzona, hanno preceduto l'elezione avvenuta oggi (mercoledì) da parte dell'Assemblea federale.

E persino alla tribuna del parlamento, martedì mattina, il capogruppo socialista Roger Nordmann (VD) ha tentato di rinviare l'elezione dei vertici del tribunale, osservando che i due candidati provengono entrambi dalla medesima regione linguistica germanofona e dal medesimo cantone: Zurigo.

Ma nonostante una valanga di schede bianche, le camere riunite hanno eletto Sylvia Frei alla presidenza del Tribunale penale federale di Bellinzona (con 117 voti e 116 schede bianche) e Stephan Blättler alla vicepresidenza del TPF con 119 voti e 114 schede bianche. I due appartenenti all'area dell'Unione democratica di centro rimarranno in carica per il biennio 2020-2021.

Nelle loro precedenti elezioni di marzo e a ruoli invertiti, i due giudici avevano ricevuto rispettivamente 185 e 186 voti. Sostituivano i ticinesi di area PLR Tito Ponti e Giuseppe Muschietti. All'epoca, la Commissione giudiziaria aveva accettato due giudici dello stesso partito e della stessa regione linguistica quale soluzione transitoria a causa di una situazione eccezionale. La corte plenaria del TPF, tuttavia, aveva riproposto i medesimi nomi a larga maggioranza e la commissione, per quanto infastidita, ha dovuto fare buon viso a cattiva sorte in assenza di altre candidature.