La presa di posizione dei due giudici ticinesi, contraria all'elezione di tre colleghi zurighese tutti di area democentrista nella commissione amministrativa del Tribunale penale federale (TPF), non sarebbe l'unica ragione ad aver portato alla inusuale mancata conferma di Claudia Solcà e Giorgio Bomio-Giovanascini alla presidenza delle corti d'appello e dei reclami penali.
A spiegarlo è la stessa giudice che lunedì, intervistata dalla RSI, ha svelato un altro retroscena della vicenda emersa sui domenicali d'Oltralpe in relazione alla procedura che mercoledì porterà l'Assemblea federale a decidere se confermare Michael Lauber quale procuratore generale della Confederazione.
Ad aver dato fastidio ai 16 giudici ci sarebbe stata anche la azione di Claudia Solcà a favore dell’indipendenza della Corte d’appello dalla Corte di primo grado del TPF. Una separazione prevista dalla legge, sottolinea, ma aspramente osteggiata dalla direzione del tribunale. Un'indipendenza che, tra le altre cose, dovrebbe essere favorita con il trasferimento della Corte d’appello nell'ex stabile del Pretorio attualmente in disuso, come previsto dagli accordi tra Berna e il Ticino.