"Si comincia con umiltà, come ogni qualvolta si affronta una nuova funzione giudiziaria, studiando". Così Claudia Solcà, presidente della nuova Corte d'appello federale che si è insediata dal 1 gennaio tra le mura del Tribunale di Bellinzona, commenta l'avvio di questo nuovo incarico.
Eletta giudice federale lo scorso giugno dalle Camere a Berna, Solcà prevede molto lavoro nella nuova entità giudiziaria: stima infatti che circa la metà dei verdetti pronunciati ogni anno dal Tribunale penale federale di Bellinzona approderà in secondo grado. "Pensiamo che almeno 30-35 sentenze potranno essere impugnate in appello", spiega.
Classe 1966, la giudice ticinese ha alle spalle una lunga carriera prima come procuratrice pubblica e poi come giudice dei provvedimenti coercitivi. Una donna che si è fatta strada in un mondo prevalentemente maschile? "Non lo so. - risponde - A livello cantonale, per quanto riguarda le autorità giudiziarie la questione femminile è ben supportata. Poi è vero che anche al TPF non sono la prima donna presidente di Corte, c'è stata una giudice anni fa e adesso io".