Svizzera

IVA, la franchigia dai 150 franchi di spesa non convince

La Confederazione propone di abbassarla dagli attuali 300 - Tra chi vuole mantenerla come ora, chi propone che venga portata a 50 franchi e chi è d’accordo con Berna

  • 16 marzo, 10:45
  • 16 marzo, 10:45
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Controlli in dogana

  • Keystone
Di: ATS/RSI Info 

Attualmente chi fa la spesa in Italia o in altri Paesi vicini per meno di 300 franchi, non deve pagare l’IVA svizzera. Con l’obiettivo di scoraggiare il turismo degli acquisti fuori dal territorio elvetico, la Confederazione ha proposto di dimezzare il limite di esenzione dall’IVA. Una proposta che però a tanti non piace e che arriva in concomitanza con l’abbassamento del limite per acquistare “Tax-Free” in Italia dai 155 euro ai 70 euro.

Per alcuni esponenti del commercio al dettaglio, il dimezzamento della franchigia non basterebbe a risolvere il problema della concorrenza con l’estero e vorrebbero che il limite di esenzione dall’IVA venga portato a 50 franchi. Anche Economiesuisse è scettica e indica che il tetto dovrebbe essere pari o vicino allo zero.

Si teme per il potere d’acquisto dei consumatori

Per il Partito Socialista, invece, la franchigia a 150 franchi non farebbe altro che penalizzare i consumatori. Soprattutto coloro che dipendono dall’acquisto di alimenti all’estero perché non possono permettersi i prezzi svizzeri. Dello stesso avviso anche la Fondazione svizzerotedesca per la protezione dei consumatori (SKS), che ha lanciato una petizione. Secondo SKS, la misura proposta comporterebbe un aumento del traffico e della burocratizzazione.

C’è però chi è d’accordo con l’idea di Berna, come PLR e UDC. Per i liberali il progetto contribuisce a rafforzare la competitività delle regioni di confine. Viene anche chiesto che l’app QuickZoll entri in vigore in modo snello.

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La guerra dell’IVA

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