"La volontà dei servizi informativi della Confederazione di svolgere meglio il loro mandato nel quadro legale è percepibile", ma degli sforzi sono ancora possibili e l'Autorità di sorveglianza indipendente, nel suo rapporto annuale, ha evidenziato tre ambiti in particolare. Primo fra tutti, quello dei rendiconti al Consiglio federale.
Non sono state formulate raccomandazioni riguardo al caso della Crypto, l'azienda di Zugo produttrice di sistemi di cifratura delle comunicazioni, attraverso la quale la CIA e il suo corrispettivo tedesco BND hanno per anni spiato i messaggi dei Governi di mezzo mondo. Il SIC ne era al corrente dal 1993, mentre il Governo ne era stato tenuto all'oscuro. Un episodio simile "non dovrebbe ripetersi oggi" a meno di una volontà criminale, ha dichiarato in conferenza stampa il capo dell'autorità di sorveglianza, Thomas Fritschi. Un'ispezione condotta negli archivi del SIC ha permesso di verificare l'esistenza di "diverse centinaia di metri di documenti" sul tema, che, è già noto, saranno trasferiti all'Archivio federale. È stata una delle 17 effettuate nel 2020, cinque delle quali anche presso i servizi informativi dei cantoni (Ticino compreso). Sono sfociate in 55 indicazioni alla ministra Viola Amherd, 12 delle quali già messe in atto.
Il secondo aspetto evidenziato nel rapporto riguarda la standardizzazione di dati e prodotti dell'intelligence militare, per permettere uno scambio fra più piattaforme e anche con i partner, minimizzando i rischi di una fuga di informazioni.
Infine, si critica il trattamento delle domande di accesso alla documentazione: la legge sulla protezione dei dati dà diritto a ciascuno di richiedere gratuitamente entro 30 giorni le informazioni registrate che lo riguardano. Nella pratica, si constata, politici e giornalisti vedono le loro richieste soddisfatte molto più celermente di altri cittadini e il SIC si avvale spesso (444 volte su 527 domande da gennaio a ottobre 2020) della possibilità di rinviare la comunicazione in caso di interesse preponderante.