Svizzera

Le lezioni del caso Crypto

I servizi svizzeri sapevano della collaborazione con CIA e BND, il Governo no, conclude un rapporto - La sinistra torna a chiedere una CPI

  • 10 novembre 2020, 18:02
  • Ieri, 18:11
01:04

Notiziario 17.00 del 10.11.2020 La corrispondenza di Gian Paolo Driussi

RSI Info 10.11.2020, 17:58

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Di: ATS/pon 

I servizi segreti svizzeri sapevano dal 1993 che dietro la Crypto, azienda di Zugo produttrice di sistemi per la cifratura delle comunicazioni, c'erano la CIA e il suo corrispettivo tedesco BND, che attraverso di essa per decenni hanno potuto spiare i messaggi dei Governi di mezzo mondo. Alcuni di essi si erano rivolti a Berna dopo che lo scandalo era scoppiato alla fine dello scorso anno. Il Consiglio federale era però all'oscuro di tutto, secondo le conclusioni presentate oggi (martedì) dalla delegazione delle Commissioni della gestione del Parlamento, che tuttavia non esonera il Governo da ogni responsabilità e ha elaborato una dozzina di raccomandazioni all'indirizzo in particolare del Dipartimento della difesa (DDPS). L'Esecutivo ha tempo fino al 1° giugno 2021 per esprimersi.

Attraverso gli apparecchi della Crypto, CIA e BND spiavano Governi stranieri

Attraverso gli apparecchi della Crypto, CIA e BND spiavano Governi stranieri

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I membri della delegazione considerano verosimile che vi sia stata, in un periodo successivo, una collaborazione per procurarsi informazioni fra il SIS elvetico (oggi Servizi informativi della Confederazione) e le due agenzie estere, una collaborazione "ammissibile dal punto di vista giuridico" ma di cui, vista la grande portata politica, le autorità avrebbero dovuto essere informate ben prima della fine del 2019. Da parte del Consiglio federale, si constata, c'è stata una lacuna nella vigilanza e si conseguenza una corresponsabilità "nell'esportazione di apparecchi crittografici deboli da parte della Crypto". La decisione della SECO, alla fine dello scorso anno, di vietare la vendita all'estero di questi strumenti ai successori della Crypto non rispettava tuttavia le condizioni legali e la denuncia sporta dalla stessa Segreteria di Stato dell'economia va ritirata. Si tratta di provvedimenti, ritiene la delegazione, che distolgono l'attenzione dalle responsabilità politiche.

Nell'elenco delle raccomandazioni si legge che al DDPS e alla sua responsabile Viola Amherd la delegazione chiede ora di fare in modo, in futuro, di essere informati immediatamente e autonomamente sulle questioni relative al lavoro di intelligence e di tenere al corrente l'intero Governo quando un'impresa svizzera è coinvolta. Inoltre, la Confederazione non dovrà acquistare all'estero tecnologia di importanza tanto delicata, i fabbricanti svizzeri dovranno mantenere il controllo sugli aspetti di sicurezza e l'esercito dovrà mantenere le competenze necessarie a giudicare le soluzioni adottate.

Markus Seiler nel mirino della sinistra

Markus Seiler nel mirino della sinistra

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Le reazioni

Alla luce del rapporto, PS e Verdi sono tornati a chiedere l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sull'intera vicenda, un'ipotesi che era già stata accantonata in un primo tempo (il 2 marzo per la precisione). Viene messa in discussione, inoltre, la persona di Markus Seiler, un tempo capo del SIC e oggi segretario generale del Dipartimento federale degli affari esteri.

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